L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha recentemente individuato nei prodotti a base di sesamo importati un rischio di infezione da Salmonella. Da gennaio 2019, sono stati notificati 121 casi di salmonellosi legati al consumo di prodotti a base di sesamo in cinque paesi dell’Unione Europea (Germania, Svezia, Danimarca, Norvegia a Paesi Bassi). Casi simili si sono verificati anche in Canada e negli Stati Uniti. Nei focolai sono state isolate sei diverse sierovarianti di Salmonella: S. Amsterdam, S. Havana, S. Kintambo, S. Mbandaka, S. Orion e S. Senftenberg. Circa la metà dei casi notificati ha coinvolti bambini con meno di 10 anni, che rappresentano anche la categoria con il maggior tasso di ospedalizzazione. Non è stato registrato nessun decesso. Dalle indagini epidemiologiche eseguite, è emerso che i casi di tossinfezione alimentare sono stati conseguenti al consumo di prodotti a base di sesamo, in particolare di halva o tahini, una salsa a base di semi di sesamo tipica della cucina mediorentale. A partire da novembre 2019, 14 lotti di prodotti a base di sesamo provenienti dalla Siria sono risultati positivi per la presenza di Salmonelle. I dati di laboratorio hanno confermato che i sierotipi isolati dai prodotti sono gli stessi di quelli isolati dai pazienti malati. Sulla base delle informazioni epidemiologiche, microbiologiche e di tracciabilità a disposizione, l’EFSA ha ipotizzato che proprio i prodotti a base di sesamo importati dalla Siria potrebbero essere stati la causa dei focolai di Salmonella. Inoltre, il fatto che questi prodotti siano “ready to eat”, cioè pronti per essere consumati, fa pensare che la contaminazione si sia verificata nel paese di produzione.
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