Una soluzione a base di acqua e di pastazzo, lo scarto delle industrie di produzione di succo di arancia, costituito da bucce e residui di polpa, ottenuta attraverso un processo innovativo di cavitazione idrodinamica controllata, ha dimostrato la possibilità di valorizzare questo scarto agro-industriale, prodotto in milioni di tonnellate all’anno, ottenendo oli essenziali, polifenoli antiossidanti e pectina, mentre gli scarti di processo, polverizzati e ricchi di cellulosa ed emicellulosa, diventano fonti di biometano.
È quanto emerge da uno studio coordinato da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche – HCT-Agrifood Laboratory dell’Istituto per la bioeconomia (Ibe-Cnr) e Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati (Ismn-Cnr) – dal titolo “Real-scale integral valorization of waste orange peel via hydrodynamic vavitation”, pubblicato dalla rivista Processes.