I Virus dell’Influenza Aviaria (VIA) sono oggetto di preoccupazione a causa del loro potenziale impatto sulla salute dei volatili domestici, della fauna selvatica e, se zoonosici, dell’uomo.
Uno studio recente condotto nel Nord-Est Italia getta luce sulla diversità genetica dei VIA rilevati negli uccelli acquatici, rivelando interessanti approfondimenti sulla sorveglianza e monitoraggio di questi virus.
Condotto, da ricercatori dell’Università di Bologna in collaborazione con la A.U.S.L. di Imola e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, nella regione dell’Emilia-Romagna, si è concentrato sul campionamento di uccelli acquatici selvatici, inclusi anatre, ibis, oche, fenicotteri, gabbiani, aironi e limicoli. Questi uccelli sono stati campionati utilizzando un approccio che prevedeva la raccolta di feci per stimare il tasso di positività ai VIA durante diverse fasi della migrazione. I ricercatori per questo studio hanno utilizzato una strategia di campionamento non invasiva, che si è dimostrata uno strumento prezioso per la sorveglianza dei VIA.
Sono state raccolte feci fresche da varie zone umide e sono stati anche prelevati tamponi cloacali da uccelli acquatici cacciati o trovati morti. Questi campioni sono stati sottoposti a rigorosi test, tra cui estrazione di RNA, PCR in tempo reale e sequenziamento del genoma. I risultati hanno fornito informazioni preziose sulla presenza e le caratteristiche genetiche dei VIA nelle popolazioni di uccelli campionate.
Lo studio ha identificato vari sottotipi di VIA a bassa patogenicità, tra cui H1N1, H5N3 e tre H9N2 isolati nelle popolazioni di uccelli campionate.
L’analisi genetica di questi ceppi ha rivelato somiglianze con VIA precedentemente segnalati in Eurasia. In particolare, i segmenti genici dei ceppi isolati hanno mostrato un’alta somiglianza con VIA rilevati nel Nord Europa tra il 2017 e il 2021. Sebbene siano state identificate alcune sostituzioni di amminoacidi nei segmenti genici HA e NA di questi ceppi, nessuna di queste mutazioni risultava essere associata ad un’aumentata adattabilità o patogenicità ai mammiferi.
I risultati di questo studio hanno rivelato la circolazione attiva di più sottotipi di VIA a bassa patogenicità negli uccelli acquatici selvatici dell’Italia settentrionale, evidenziando l’importanza delle strategie di campionamento ambientale per il loro monitoraggio, specialmente nelle aree dove si concentrano gli uccelli migratori. La rilevazione dei VIA nelle feci, unitamente all’identificazione della specie di origine del campione, apre nuove possibilità per implementare strategie di sorveglianza degli animali selvatici e il monitoraggio del potenziale spillover del virus all’interfaccia tra uccelli domestici e selvatici.
In conclusione, questo studio contribuisce alla nostra comprensione dei VIA negli uccelli acquatici e sottolinea l’importanza di sforzi proattivi di sorveglianza e monitoraggio. Utilizzando strategie innovative di campionamento e tecniche molecolari avanzate, i ricercatori possono ottenere preziose informazioni sulla dinamica dei VIA nelle popolazioni di uccelli selvatici, contribuendo in ultima analisi alla prevenzione e al controllo di questi virus.
Fonte:
ARTICOLO SCIENTIFICO in collaborazione con DIMEVET (accordo di collaborazione scientifica tra la Regione Emilia Romagna e il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie (DIMEVET) dell’Università di Bologna)