La creazione di mangimi a base gli insetti per animali terrestri come polli e suini e per i pesci commestibili è stata a più riprese proposta dalla FAO come possibile soluzione. Ma è davvero questo, il futuro? Focus ha pubblicato un’interessante intervista a Costanza Jucker, entomologa del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente (DeFENS) dell’Università degli Studi di Milano.
Gli insetti sono ugualmente nutrienti, rispetto ai mangimi a base di soia o alle farine di pesce, per tutti i tipi di animali da allevamento? «Certamente i prodotti derivati dagli insetti mostrano un grande potenziale per la nutrizione animale per superare problemi legati alla necessità di proteine e di natura ambientale. Sull’utilizzo di farine di insetti per l’allevamento zootecnico tradizionale ci sono numerose ricerche che riguardano pesci, avicoli e suini. Sui conigli ancora si sta lavorando poco, ma iniziano ad esserci alcune informazioni utili. A partire da luglio 2017 gli insetti possono essere utilizzati solo per l’alimentazione di sette specie di pesci. Per l’allevamento di altre specie animali non è ancora consentito il loro impiego, ma si sta studiando molto per approfondire le conoscenze relative alle performance di crescita, la digeribilità, il benessere dell’animale, le caratteristiche organolettiche dell’alimento finale e l’accettabilità da parte del consumatore finale».
In che modo gli insetti potrebbero aiutare ad affrontare il problema della sicurezza alimentare (e quelli legati a emissioni/deforestazione)? «Con l’incremento della popolazione umana è necessario individuare nuove alternative per aumentare la produzione di proteine minimizzando l’uso delle risorse naturali. In particolare vi è la necessità di trovare altri ingredienti ricchi di proteine in alternativa per esempio alla farina di soia, ampiamente utilizzata nell’allevamento zootecnico e ittico, e che ha un alto livello di impatto ambientale. Nella produzione di insetti il consumo di acqua e di suolo risultano limitati, ma soprattutto vi è una forte riduzione nella produzione di gas serra e in generale nella richiesta di energia. Inoltre, bisogna considerare il fatto che gli insetti possono crescere, su numerosi substrati organici che possono rappresentare scarti o sottoprodotti dell’industria agroalimentare e che non avrebbero magari altre possibilità di utilizzo. La sfida è proprio quella di individuare dei substrati di crescita per gli insetti che non siano in competizione con l’alimentazione dell’uomo o gli animali.