L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio di malattie croniche e, se presente in età pediatrica, si associa ad una più precoce insorgenza di patologie tipiche dell’età adulta.
Marina Fridel, della Direzione Generale Cura della persona, Salute e Welfare Regione Emilia-Romagna, evidenzia un dato HSBC Italia: la prevalenza di ragazzi in eccesso ponderale (sovrappeso) in Emilia-Romagna è pari al 17,7% e quindi simile alla prevalenza media nazionale (che è del 18,2%) e alla prevalenza riscontrata nelle regioni del Nord.
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Le patologie nutrizionali costituiscono «specialità trasversali»: la separazione tra cura e prevenzione va superata nel rispetto della differenziazione delle competenze. Gli interventi devono essere erogati in un’ottica di continuum dalla prevenzione alla presa in carico per la diagnosi e la cura. Gradualità degli interventi e coordinamento delle azioni sono condizioni fondamentali per una nutrizione orientata ai percorsi di cura.
Sul tema stigma e obesità è interessante quanto affermano Alice Bonoli e Michelle Suzzi, entrambe dell’Ufficio stampa della Ausl di Imola. Il modo in cui le persone affette da obesità vengono rappresentate dai media influenza profondamente la comprensione e l’atteggiamento del pubblico nei confronti delle persone con peso elevato.
La televisione, i film e i social media spesso rafforzano atteggiamenti negativi riguardo al peso corporeo e perpetuano pregiudizi o stigma.
Numerose indagini condotte in Paesi occidentali hanno evidenziato che le persone affette da obesità sono soggette a pregiudizi e discriminazioni di ogni genere per il loro eccesso di peso: a scuola, nei luoghi di lavoro, nelle strutture sanitarie, nei circoli sportivi e in molti altri luoghi.
È stato ampiamente dimostrato che questa pesante stigmatizzazione nei confronti del peso e della forma del corpo, aumenta il rischio di sviluppare: depressione, ansia, bassa autostima, fino progressivo isolamento sociale che favorisce pensieri negativi e di suicidio, tutti disturbi che possono determinare gravi danni al benessere psicologico delle persone che hanno un peso in eccesso.
Le persone affette da sovrappeso o obesità che interiorizzano lo stigma nei loro confronti, tendono a peggiorare le loro condizioni di salute, adottando con più frequenza comportamenti non salutari e non sottoponendosi ai controlli sanitari per evitare di ricevere critiche sul loro peso.
Ma a chi bisogna rivolgersi per avere un consulto più dettagliato in caso di figlia o figlio con iniziali problemi di eccesso di peso? La Prevenzione primaria dell’obesità infantile coinvolge in primis i Pediatri di Libera Scelta (PLS) e/o i Medici di Medicina Generale (MMG). Sul territorio sono presenti Equipe multidisciplinari per la presa in carico e l’educazione terapeutica del bambino obeso e del nucleo familiare finalizzata al miglioramento duraturo dello stile di vita(nutrizione sana e attività motoria costante) per favorire un cambiamento duraturo dei comportamenti. Invece la pediatra ospedaliera, grazie alla sua azione di “filtro”, può concentrare la sua attenzione sui casi di obesità grave e complicata.
I dati relativi alla presa in carico multiprofessionale di secondo livello (anni 2018/2022) riguardano 809 bambini e bambine (53.7%M; 46.3%F)
Questi argomenti sono stati trattati durante il corso “Obesità Infantile. Supporto dell’informazione giornalistica per la promozione dell’equità e sani stili di vita” organizzato dalla Regine Emilia-Romagna in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna e dedicato ai temi del Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025 e tenutosi il 22 febbraio 2024 presso la Ausl di Imola.
Il corso ha avuto lo scopo di inquadrare il problema dell’obesità in età pediatrica dal punto di vista epidemiologico, fornendo ai giornalisti presenti i riferimenti per la ricerca dei dati epidemiologici italiani e regionali derivanti dalle sorveglianze OKkio alla Salute, Passi, Passi d’argento, etc., oltre ai dati locali di attività dell’Ambulatorio Bimbi In Forma di Imola (BIF).
Per quanto attiene più strettamente l’ambito della comunicazione, sono stati evidenziati i siti regionali che forniscono tutte le informazioni sul PRP, in particolare Costruiamo Salute, Mappa della Salute e Alimenti e Salute e si è quindi discusso della necessità di narrare l’obesità e di illustrarla secondo principi deontologici che mantengano una neutralità di linguaggio, evitino lo stigma e mettano sempre al primo posto la persona e non una caratteristica.