
Uno studio pubblicato su Science ha analizzato 186 casi globali, evidenziando che in due terzi dei casi la conservazione ha migliorato o rallentato il declino della biodiversità.
Ricercatori finanziati dall’UE stanno raccogliendo dati essenziali per rendere più efficaci le azioni di tutela.
Il progetto TropDemTrait, guidato da Claire Fortunel, ha studiato l’impatto degli stress climatici sulla crescita degli alberi tropicali, rilevando che le foreste più calde sono più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Il progetto ParaKrill, con Alison Cleary, ha esaminato come i parassiti influenzano la nutrizione del krill antartico, fondamentale per la catena alimentare marina. Ada Álvarez-Manzaneda, nel progetto PAST, ha utilizzato dati paleoecologici per comprendere le dinamiche a lungo termine delle popolazioni di uccelli acquatici migratori.
Queste ricerche dimostrano che la conservazione basata su evidenze scientifiche può invertire la perdita di biodiversità.
I risultati sottolineano l’urgenza di azioni coordinate per proteggere gli ecosistemi vulnerabili. L’UE, attraverso il programma Horizon Europe, continua a sostenere progetti che affrontano le sfide ambientali globali. La collaborazione tra scienziati e istituzioni è fondamentale per sviluppare strategie efficaci di conservazione.