A chi non è capitata la delusione di aprire un sacchetto di snack o di cereali e scoprire che era pieno solo a metà? Si tratta di confezioni alimentari sproporzionate rispetto al reale contenuto, realizzate al solo scopo di attirare l’attenzione del consumatore e spingerlo all’acquisto. Si tratta di una strategia adottata da diverse aziende e contro cui si è schierata la Ong Foodwatch, gruppo di tutela per i diritti dei consumatori.
Imballaggi “pieni di niente”, come li definisce la Ong che, oltre a illudere il consumatore sul reale contenuto, sono contrari ai principi di sostenibilità ambientale tanto acclamati dai produttori del settore alimentare.
Gli stratagemmi per nascondere il contenuto al momento dell’acquisto sono davvero innumerevoli: etichette applicate nella zona giusta, confezioni opache, finestrelle trasparenti il cui posizionamento è studiato alla perfezione.
Contro queste confezioni la Ong ha avviato una campagna, abbinata a una petizione, per chiedere alle aziende produttrici di ridurre al minimo la quantità di vuoto.
Se in taluni casi uno spazio vuoto all’interno degli imballaggi alimentari è giustificato, per meglio proteggere il cibo o per consentirne una più lunga conservazione, per 7 diversi prodotti individuati dal Foodwatch è del tutto inutile e il “sovraincarto” che ne deriva è destinato soprattutto ad attirare lo sguardo del consumatore.
Immagine di copertina by Foodwatch