Pesticidi, nuovi predatori, campi fioriti che spariscono per fare posto a strade e palazzi.
Ad elencare i pericoli per la sopravvivenza delle api c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma a volerne proprio scegliere uno, non c’è dubbio su chi occupi il primo posto di questa triste classifica: i cambiamenti climatici.
Come rivela uno studio appena pubblicato sulla rivista Global Change Biology, temperature e precipitazioni anomale e stagioni impazzite stanno decimando le api del Nord America ben più di quanto non possa la continua distruzione del loro habitat perpetrata dalla nostra specie.
La ricerca ha utilizzato 14 anni di dati raccolti dallo U.S. Geological Survey, relativi a mille siti di monitoraggio sparsi tra Maryland, Delaware e Washington, D.C. Gli autori dello studio hanno potuto mettere in connessione i cambiamenti climatici, il consumo di suolo e lo stato di conservazione delle comunità di api in tutti i siti analizzati, ottenendo un enorme set di variabili ambientali potenzialmente nocive per gli insetti, che è stato quindi immesso in un programma di analisi basato sul machine learning per identificare le più dannose.
Una strategia innovativa – spiegano gli autori dello studio – visto che fino ad oggi negli studi non era mai stata fatta distinzione tra effetti dei cambiamenti climatici e della perdita di habitat.