E’ possibile stabilire quali siano le sue “manifestazioni” più pericolose e partire da quelle per decidere dove intervenire?
Se lo sono domandato quattro ricercatori della CSIRO, la Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation australiana, che in un nuovo studio hanno confrontato i risultati di 76 diversi studi sull’argomento per stilare una classifica degli oggetti di plastica più pericolosi in circolazione.
Lo studio fa seguito a un altro lavoro realizzato da uno degli autori nel 2016, nel quale si individuavano le quattro categorie di oggetti di plastica ritenute più pericolose per la fauna marina: rifiuti legati alla pesca (per esempio reti o ami), buste, palloni e palloncini e infine utensili di plastica. Il gruppo ha messo alla prova queste previsioni confrontandole con 76 studi sulla mortalità della fauna, e hanno analizzato le cause di morte di 1.328 animali marini (tra cui 132 tra balene e delfini, 20 tra foche e leoni marini, 515 tartarughe marine e 658 uccelli) appartenenti a 80 specie diverse, cercando di capire quali sono gli oggetti che causano il maggior numero di vittime. I risultati confermano la pericolosità di tre delle quattro categorie dello studio del 2016 (restano fuori, seppure di poco, stoviglie e utensili).