L’idea è quella di fornire al consumatore informazioni precise sull’impatto calorico, di grassi, di grassi saturi, di zucchero e di sale di una porzione di prodotto sul fabbisogno quotidiano. Sulla confezione di ogni alimento compaiono cinque batterie che rappresentano i vari nutrienti; in funzione della porzione prevista su ogni singola batteria comparirà la percentuale rispetto ai fabbisogni quotidiani.
Forse la soluzione migliore è già stata trovata con il regolamento 1169/2011, ma la cosa non soddisfa e non si capisce chi ci guadagna realmente dalla introduzione di nuovi sistemi di etichettatura nutrizionale. Allo stato attuale non si intravedono grossi vantaggi per i cittadini comuni. Ma forse è una impressione sbagliata.