Su Science Direct è uscito lo studio tra le diete a base di cibi ultra-processati e una dieta con cibi normali.
C’è una continua guerra mediatica tra le diete che promuovono un basso contenuto di carboidrati e un alto contenuto di proteine e altre a basso contenuto di grassi, oppure a base vegetale o vegano, e una lista apparentemente infinita di altre diete hanno portato ad una sostanziale confusione pubblica e sfiducia nella scienza della nutrizione. Mentre il dibattito infuria sui relativi meriti e demeriti delle varie diete cosiddette salutari, viene prestata meno attenzione al fatto che le diverse raccomandazioni dietetiche spesso condividono un consiglio comune: evitare cibi ultra-processati.
Molte le linee guida nazionali internazionali raccomandano che gli alimenti ultra-elaborati dovrebbero essere evitati. Tuttavia, molti attributi degli alimenti ultra-processati li rendono difficili da sostituire: sono poco costosi, hanno una lunga durata di conservazione, sono relativamente sicuri dal punto di vista microbiologico, forniscono nutrienti importanti e sono molto convenienti, spesso essendo pronti per essere mangiati o ready-to heat.
L’aumento dell’obesità e della prevalenza del diabete di tipo 2 si è verificato in parallelo con un sistema alimentare sempre più “industrializzato”.