La carne coltivata potrebbe arrivare presto nei supermercati, come dimostra il fatto che, negli Stati Uniti, sono in via di realizzazione grandi stabilimenti per la produzione su vasta scala. Ma il pubblico, e soprattutto i giovani, sono pronti a comprarla e ad assegnarle un ruolo nella propria alimentazione? La domanda è molto importante per chi ha deciso di puntare anche su questa fonte di proteine, perché da essa dipende il futuro di tutto il settore, e perché è fondamentale capire se ci sono spazi di miglioramento e quali sono.
Per questo due ricercatrici del Curtin University Sustainability Policy Institute dell’omonima università di Perth e del Centre for Advanced Food Enginomics dell’Università di Sydney, in Australia, hanno compiuto un’indagine quantitativa su un campione di oltre 200 giovani della cosiddetta generazione Z, cioè quelli nati tra il 1995 e il 2010 (5 milioni in Australia e due miliardi a livello globale), residenti a Sidney, e hanno raccolto anche una serie di commenti e spunti. Oltre alla carne coltivata, sono state poste domande dirette e di confronto anche sugli insetti e sui sostituti vegetali.
Una serie di numeri descrive ancora più in dettaglio l’orientamento di questi ragazzi:
Il 17% rifiuta qualunque alternativa alla carne, compresa quella coltivata, giudicandole tutte frutti di un eccessivo procedimento industriale e derivati della chimica;
L’11% respinge qualsiasi alternativa animale e preferisce aumentare il consumo di alimenti vegetali;
Il 35% rifiuta sia carne coltivata che insetti, ma accetta sostituti vegetali della carne, perché sono più “naturali” e “normali”;
Il 28% si dice pronto ad accettare la carne coltivata già oggi, oppure quando saranno introdotte alcune modifiche per esempio su aspetto e gusto;
Il 9% è favorevole agli insetti ma non alla carne coltivata, perché i primi sono “più naturali” della seconda.