Uno studio scientifico dell’Università di São Paulo (Cannella et al., 2023) identifica l’eccesso di nutrienti critici e/o la presenza di additivi ‘cosmetici’ quali criterio-guida per identificare gli alimenti ultraprocessati, il cui consumo è associato ai maggiori rischi di malattie non trasmissibili e mortalità prematura.
I ricercatori hanno esaminato la tabella nutrizionale e la lista ingredienti in etichetta di 9851 prodotti alimentari confezionati, bevande incluse, nei supermercati di São Paulo e Salvador de Bahia (Brasile), per identificare quelli caratterizzati da:
– eccesso di nutrienti critici, ovvero grassi (anche idrogenati), zuccheri e sale, secondo i parametri indicati da PAHO (Pan American Health Organization, o OPS, Organización Panamericana de la Salud), l’agenzia regionale WHO nelle Americhe,
– additivi ‘cosmetici’, vale a dire molecole aggiunte non per garantire la salubrità del prodotto ma per renderlo più ‘appetibile’. Aromi, esaltatori di sapidità, coloranti, emulsionanti, sali emulsionanti, dolcificanti, addensanti, agenti antischiuma, volumizzanti, carbonatici, schiumogeni, gelificanti e agenti di rivestimento.
L’analisi mostra che il 98,8% degli alimenti ultraprocessati contiene uno o più additivi cosmetici o presenta qualche nutriente critico in eccesso.
Alcune categorie alimentari sono particolarmente estranee a una alimentazione equilibrata.
La compresenza dei due fattori – nutrienti in eccesso e additivi ‘cosmetici’ – riguarda:
– il 100% dei biscotti dolci e salati, margarina, torte e crostate dolci, cioccolato, latticini e gelati,
– il 99,7% di salumi e insaccati,
– il 99% di bevande gassate,
– il 97,7% di piatti pronti, pizza, lasagne,
– il 97,2% della pasticceria,
– e 96,3% di altre bevande zuccherate.
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