L’umanità, poi, ha anche un problema con il riciclo della plastica: delle oltre 300 milioni di tonnellate che vengono prodotte ogni anno in giro per il mondo, solo una minima percentuale viene riutilizzata. In uno studio pubblicato su Science Advances, un team di chimici che lavorano tra USA, Arabia Saudita e Cina annuncia di aver trovato una possibile soluzione a questo problema: la plastica riciclabile all’infinito.
i tutti i materiali più o meno riciclabili di uso comune per l’uomo, la plastica è quello che più viene sprecato: in Italia, per esempio, che è uno dei Paesi più virtuosi d’Europa in quest’ambito, il 43% della plastica raccolta viene riciclato, mentre il 40% viene termovalorizzato (è impiegato cioè per produrre energia attraverso la combustione) e il 16,5 finisce in discarica.
Il materiale in questione è un polimero che si chiama poly(2-thiabicyclo[2.2.1]heptan-3-one), o PBTL in breve, e secondo gli inventori è un materiale forte, resistente e molto stabile, ideale per creare una vasta gamma di prodotti in plastica, dall’abbigliamento sportivo alle parti di automobili.
La sua principale qualità? Se un blocco di PBTL viene scaldato fino a 100 °C in presenza di un catalizzatore chimico, nel giro di 24 ore si scompone nei singoli polimeri, che possono venire riassemblati per creare altro PBTL della stessa qualità dell’originale. L’unico problema, dice chi l’ha inventata, è che la presenza di altre plastiche durante il processo di riciclaggio ne peggiora i risultati, e dunque prima di essere riciclato il PBTL dovrebbe venire separato dalle altre plastiche.