L’olio di palma – che si può trovare in ciò che mangiamo, nei cosmetici e nei prodotti per la cura del corpo, come la crema da barba – pone l’Indonesia, nazione che conta per i due terzi della produzione mondiale di olio di palma, in una posizione difficile.
Per soddisfare la domanda crescente (raddoppiata negli ultimi vent’anni), si vorrebbero convertire in piantagioni aree di foresta vergine. E un nuovo studio su Nature Scientific Data – confrontando le recenti immagini satellitari dell’Agenzia Spaziale Europea con le immagini raccolte in 50 anni dal progetto Landsat – ci dà l’evoluzione del fenomeno, mostrando come la più grande area adibita alla produzione di olio di palma sia, dal 2000, l’isola di Sumatra e Kalimantan (parte indonesiana del Borneo).
Dall’altro lato, però, c’è la consapevolezza che ridurre l’Indonesia a un’immensa piantagione sarebbe un colpo letale per la biodiversità e per le speranze di contenimento delle emissioni di gas serra.
La buona notizia arriva da uno studio pubblicato su Nature Sustainability da Patricio Grassini, docente di agronomia alla University of Nebraska-Lincoln: si possono conciliare esigenze ambientali ed economiche, aumentando la produzione di olio di palma senza toccare le foreste, se si migliorano le pratiche agricole dei piccoli e piccolissimi agricoltori indonesiani.
Se vai in Indonesia, troverai due tipi di piantagioni di palma da olio. Le grandi piantagioni, da migliaia di ettari, che contano per il 60% del totale della produzione, e poi troverai moltissime piccole piantagioni da 2-3 ettari, che tutte insieme producono il restante 40%. La produttività dei piccoli agricoltori è molto bassa rispetto a quanto potrebbe essere se adottassero strategie migliori. In particolare, i piccoli agricoltori fanno un uso insufficiente o inappropriato dei fertilizzanti, scarso controllo delle erbe infestanti, mancanza di sistemi per contenere l’erosione del suolo. Poi ci sono anche inefficienze legate all’istruzione e al mancato accesso a risorse tecniche.
L’Indonesia si è impegnata a ridurre del 30% le sue emissioni di gas serra, e la maggior parte delle emissioni deriva dalla conversione agricola, quindi evitare la deforestazione aiuterà il governo a rispettare gli accordi di Parigi. Con le nostre ricerche aiutiamo l’Indonesia a capire come soddisfare contemporaneamente gli obiettivi ambientali ed economici, un approccio che in passato è completamente mancato. Se invece si continua a ragionare solo per estremi diventa molto difficile trovare una soluzione.
Fonte:
Olio di palma: come salvare l’ambiente e, insieme, i piccoli agricoltori