Biscotti, pasta e, più in generale farine che usano come ingrediente principale il “tenebrio molitor”, un comune coleottero.
Nei giorni scorsi infatti la Commissione Europea ha dato il primo via libera nella sua storia all’utilizzo alimentare per esseri umani di un insetto particolare, la cosiddetta “tarma da farina”. Ma in Italia c’è un’azienda che aspetta che sia approvato anche l’utilizzo del grillo comune.
“Dal punto di vista nutrizionale la proteina da insetti è assolutamente paragonabile a quella della carne bovina -. spiega Marco Silano, del dipartimento di Sicurezza Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità -. Sulla sicurezza invece l’unica perplessità riguardava eventuali allergie, che per il momento sono state escluse ma verranno comunque monitorate”.
Se dal punto vista alimentare le proteine da insetti sono equiparabili a quelle di altri animali, il discorso cambia radicalmente per quanto riguarda le risorse utilizzate per la loro produzione. Per ogni chilo di proteine prodotto vengono utilizzati 22mila litri d’acqua e 200 mq di suolo se provenienti da bovini, 10 litri d’acqua e 15 mq di suolo se proviene da insetti.