A partire da metà giugno partirà il progetto di lotta biologica alla cimice asiatica, con l’impiego del suo antagonista naturale Trissolcus japonicus, meglio noto come «vespa samurai».
Da alcuni anni la produzione di frutta dell’Emilia-Romagna e di altre regioni del Nord Italia è flagellata dai danni provocati dalla cimice asiatica comparsa da noi dal 2012 e che ha progressivamente colonizzato vasti territori e molte coltivazioni.
Ora, per riportare l’equilibrio naturale e in assenza di mezzi di validi sistemi di difesa chimica tradizionale, si vuol ripagare la cimice della stessa moneta, importando un suo pericoloso parassita in grado di distruggere gran parte delle sue uova.
Si tratta della vespa samurai: il nome può forse trarre in inganno, si tratta in verità di un minuscolo insetto che appartiene sì allo stesso ordine di vespe e api, ma ha tutt’altre caratteristiche. La dimensione è di pochi millimetri, si nutre solo di polline e punge solamente le uova di cimice asiatica in cui depone le proprie uova, distruggendo così le nuove generazioni della pericolosa cimice.
Dalla prossima settimana la Regione diffonderà in tutte le zone frutticole dell’Emilia-Romagna 65.000 adulti di vespa samurai con oltre 300 siti di lancio, in modo che possano cominciare da subito ad attaccare le prime deposizioni di uova di cimice asiatica e iniziare l’opera di riequilibrio tra le due specie.