L’aumento della popolazione mondiale e la necessità di una maggiore sicurezza alimentare mettono sempre più sotto pressione i nostri oceani.
L’acquacoltura, uno strumento efficiente dal punto di vista delle risorse per produrre cibo dall’oceano, contribuisce ad alleviare questa pressione. Tuttavia, per essere più sostenibile, l’acquacoltura deve spingersi oltre l’allevamento ittico e includere specie di basso livello trofico. Le specie marine di questo tipo (macroalghe, ostriche, cozze, ricci di mare, cetrioli di mare e abaloni), che si collocano ai livelli più bassi della catena alimentare, hanno un minore impatto ambientale perché possono essere coltivate in modo da non produrre rifiuti. Il progetto AquaVitae, finanziato dall’UE, sta lavorando per aumentare la produzione di specie sostenibili di basso livello trofico nell’Oceano Atlantico. Il progetto è rappresentato da 35 partner provenienti da Europa, Nord America, Sud America e Africa
Fonte:
Soluzioni per un’acquacoltura atlantica sostenibile