Il trattamento degli alimenti con radiazioni ionizzanti è una tecnologia di conservazione che ha lo scopo di preservare la qualità igienica degli alimenti e di prolungarne la shelf-life. Il processo consiste nel sottoporre l’alimento a dosi ben definite di radiazioni ionizzanti che sono in grado di inattivare il materiale genetico delle cellule microbiche, con conseguente inibizione della suddivisione cellulare, e di inibire l’attività degli enzimi degradativi che provocano il deterioramento degli alimenti. Il trattamento viene quindi applicato per impedire/ritardare la germogliazione dei tuberi e dei bulbi, ridurre la carica microbica di batteri saprofiti in carni, pollame e pesci freschi, inattivare gli insetti infestanti, inclusi gli stati larvali e i parassiti, e i batteri patogeni in prodotti deperibili e in alimenti congelati.
Quando applicato nel rispetto della normativa vigente, tale trattamento è ritenuto sicuro e prevede l’obbligo di etichettatura, il controllo degli impianti e il controllo degli alimenti in fase di commercializzazione.
Il presente Piano nazionale intende pianificare in maniera unitaria e armonizzata i controlli ufficiali in materia di alimenti e loro ingredienti trattati con radiazioni ionizzanti.
Il Piano prevede un’attività di controllo sul territorio e all’importazione sulla base di una valutazione del rischio e con frequenza appropriata in funzione dei rischi identificati, secondo quanto stabilito dal Regolamento (UE) n. 625/2017.
Numero minimo di campioni per Regione/Provincia: Abruzzo 6, Basilicata 6, Calabria 10, Campania 30, Emilia Romagna 22, Friuli Venezia Giulia 6, Lazio 28, Liguria 10, Lombardia 48, Marche 10, Molise 6, P.A. Bolzano 6, P.A. Trento 6, Piemonte 22, Puglia 22, Sardegna 10, Sicilia 24, Toscana 18, Umbria 6, Valle d’Aosta 6, Veneto 24, totale ITALIA 326.