Da diverse settimane le proteste degli agricoltori stanno agitando l’Europa.
Manifestazioni si registrano in diversi Paesi con i produttori agricoli che protestano contro le politiche nazionali ed europee.
In un momento difficile per il settore, in cui la produttività agricola e il reddito degli agricoltori sono sempre più messi a rischio dall’aumento dei costi di carburanti e dei prodotti chimici, dai cambiamenti climatici e dai conflitti in corso, i produttori lamentano la distanza dei decisori politici dalla realtà del contesto geopolitico, climatico ed economico che sta minando le aziende agricole.
In Italia le proteste sono animate dagli agricoltori autonomi riuniti nel Comitato degli Agricoltori Traditi: manifestano contro il governo, l’Unione europea, le tasse, le importazioni a basso costo, le banche, i sindacati e le grandi Confederazioni agricole, ma anche contro la carne coltivata e le farine d’insetti.
Il 24 gennaio delegazioni di agricoltori da molti Paesi sono arrivati a Bruxelles dove il 25 gennaio, ha preso il via il dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura. “Voi meritate una giusta remunerazione per il vostro lavoro”, ha detto agli agricoltori la presidente della commissione Ursula von der Leyen. “Il nostro obiettivo è sostenere i vostri mezzi di sussistenza, e garantire la sicurezza alimentare dell’Europa. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questo senso”. Ha poi aggiunto: “Abbiamo sofferto di un’inflazione elevata sia per i fattori di produzione agricoli che per i prodotti alimentari. Ma il settore agroalimentare europeo ha dimostrato una notevole capacità di recupero. Inoltre, stiamo tutti facendo un enorme sforzo per contribuire agli obiettivi collettivi del Green Deal europeo. Perché tutti noi viviamo con la natura e dalla natura. E anche se non siamo sempre d’accordo su tutte le questioni, siamo tutti d’accordo sul fatto che le sfide sono sempre più grandi. Che si tratti della concorrenza estera o dell’eccessiva regolamentazione interna, del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità o del declino demografico”.
A proposito del Green deal, le associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura hanno espresso profondo dissenso verso chi strumentalizza le proteste degli agricoltori per attaccare gli obiettivi e gli impegni previsti dalle strategie del Green deal europeo, in particolare la strategia Farm to Fork e la strategia Biodiversità 2030.
Tanto più che, sottolineano, queste politiche sono state di fatto sabotate dalle ultime decisioni delle Istituzioni europee: “Il voto contrario del Parlamento europeo sul Regolamento Sur per la riduzione dell’uso dei pesticidi, l’eliminazione degli allevamenti bovini dalla normativa europea sulle emissioni industriali, la liberalizzazione dei nuovi ogm, l’indebolimento del Regolamento europeo sul ripristino della natura per le aree agricole e infine la decisione della Commissione Ue di rinnovare l’uso del glifosato per altri dieci anni, sono decisioni che hanno ridotto gli obiettivi delle strategie del Green deal a mere enunciazioni di principio, senza alcuna concreta attuazione nel settore primario dell’agricoltura e della zootecnia”.