Nei fondali del Mar Tirreno sono stati trovati fino a 2 milioni di frammenti di plastica per metro quadro. La concentrazione più alta mai misurata in profondità.
A scoprirlo sono stati i ricercatori delle Università di Manchester, Durham e Brema, insieme al National Oceanography Centre (Noc) e all’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare (Ifremer), che hanno pubblicato i risultati sulla rivista Science.
L’obiettivo degli scienziati era capire dove, esattamente, va a finire tutta la plastica che non resta in superficie. Si stima che solo l’1% rimanga a galla, formando talvolta le ormai famigerate “isole di plastica”. Il restante 99% affonda.
Una percentuale pari a circa il 13,5%, è costituita da frammenti di dimensioni inferiori a 1 mm, cioè microplastiche.
Secondo i ricercatori la maggior parte delle microplastiche presenti nei campioni non si è originata dalla frammentazione di rifiuti plastici di dimensioni maggiori. Si tratta di microfibre tessili, che non vengono filtrate dagli impianti di depurazione e quindi arrivano indisturbate ai fondali marini direttamente dalle nostre lavatrici.