Gli oli e le farine di pesce sono quasi sempre presenti nell’alimentazione dei pesci di allevamento: qual è il loro impatto ambientale? Quali conseguenze sta avendo il loro utilizzo sul nostro pianeta? Esistono fonti proteiche di alta qualità con minor impatto ambientale?
Nei mangimi destinati all’acquacoltura vi sono molti ingredienti, addizionati in proporzioni diverse, a seconda della specie allevata: la maggior parte di queste componenti viene utilizzata anche per alimentare altri animali.
Le farine di pesce si ottengono anche dalla lavorazione di pesce pescato in diversi mari e oceani. Recenti studi scientifici dimostrano che nel periodo di tempo compreso tra il 1950 ed il 2010, il 27% del pesce pescato (circa 20 milioni di tonnellate all’anno) non è stato destinato al consumo diretto. Un dato ancora più incisivo: di queste 20 milioni di tonnellate annue, il 90% è composto da pesci di prima categoria, perfettamente edibili dall’uomo, che rappresentano quindi una bassa ottimizzazione delle risorse naturali. (Cashion, T, Le Manach, F, Zeller, D, Pauly, D. Most fish destined for fishmeal production are food‐grade fish. Fish Fish. 2017; 18: 837– 844.)
Oltre all’impatto ambientale derivante dalla sottrazione di importanti anelli della catena alimentare degli oceani (la cui magnitudine risulta, peraltro, difficilmente calcolabile), si assomma anche l’utilizzo di carburante delle numerose flotte di navi da pesca.
Chiarendo che, nell’ottica di efficientare le produzioni, molto difficilmente verrà completamente sostituito questo ingrediente, sono state individuate diverse alternative o integrazioni alimentari in grado di sopperire alle farine ed oli di pesce:
estratti di alghe ad alto contenuto proteico (Younis, El-Sayed M., et al. “Effect of dietary fish meal replacement by red algae, Gracilaria arcuata, on growth performance and body composition of Nile tilapia Oreochromis niloticus.” Saudi journal of biological sciences 25.2 (2018): 198-203.)
semi di piante detossificate e ricche di oli (Kumar, V., H. P. S. Makkar, and K. Becker. “Dietary inclusion of detoxified Jatropha curcas kernel meal: effects on growth performance and metabolic efficiency in common carp, Cyprinus carpio L.” Fish physiology and biochemistry 36.4 (2010): 1159-1170.)
farine di insetti (Barroso, Fernando G., et al. “The potential of various insect species for use as food for fish.” Aquaculture 422 (2014): 193-201.)
scarti di lavorazione di pesci o altre fonti proteiche (Bake, Gabriel Gana, et al. “Evaluation of recycled food waste as a partial replacement of fishmeal in diets for the initial feeding of Nile tilapia Oreochromis niloticus.” Fisheries Science 75.5 (2009): 1275-1283.)
Il futuro presenterà diverse sfide, e starà all’industria cercare di adottare le soluzioni più ecosostenibili: certo è che l’Italia sta cercando di essere ai primi posti nello sviluppo doi queste alternative.