
L’agrobiodiversità, frutto di 10.000 anni di selezione agricola, è fondamentale per affrontare le sfide future dell’agricoltura, garantendo sicurezza alimentare e adattamento ai cambiamenti climatici.
La diversità biologica o biodiversità viene definita dalla Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) come la variabilità tra tutti gli organismi viventi, compresi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini e altri ecosistemi acquatici e i complessi ecologici di cui fanno parte.
L’agrobiodiversità riguarda le risorse genetiche delle specie agrarie e comprende le specie coltivate e le specie affini, gli organismi utili come, ad esempio, il microbiota del suolo e quello coinvolto nei processi di trasformazione (batteri e lieviti fermentativi), i pronubi e gli antagonisti dei parassiti. Attualmente, solo circa 200 delle 350.000 specie vegetali superiori censite sono coltivate, e il 90% del fabbisogno alimentare globale proviene da appena 100 di esse. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) stima che il 75% della diversità genetica delle specie agrarie sia andato perso nel tempo.
Per preservare le risorse genetiche agrarie, si adottano quattro strategie: conservazione in situ, on farm, ex situ e attraverso il Svalbard Global Seed Vault.
L’Italia ha ratificato il Trattato FAO sulle Risorse Genetiche Vegetali per l’Alimentazione e l’Agricoltura nel 2004 e, da allora, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) finanzia il programma RGV FAO (Risorse Genetiche Vegetali), coinvolgendo Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA), Consiglio Nazionale Ricerche (CNR) e Rete Semi Rurali.
Il programma RGV FAO ha censito e conservato oltre 40.000 accessioni, collegandole ai network Eurisco, ECPGR e AEGIS.
Tuttavia, i tagli ai finanziamenti e l’inflazione hanno compromesso le attività del programma, rendendo urgente un adeguato sostegno economico per la conservazione della biodiversità agricola.
La valorizzazione delle risorse genetiche agrarie è essenziale per sviluppare varietà adatte alle mutevoli condizioni ambientali e socioeconomiche, promuovendo un’agricoltura sostenibile e resiliente.
Trovare un equilibrio tra l’esigenza di garantire l’accesso alle risorse genetiche per la ricerca e l’innovazione e il diritto dei Paesi in via di sviluppo a un’equa condivisione dei benefici è oggi una sfida cruciale. Solo attraverso un accordo equo e condiviso sarà possibile promuovere la sicurezza alimentare globale, tutelare la biodiversità agricola e sostenere concretamente lo sviluppo dei Paesi che, da sempre, sono i principali fornitori e custodi di queste risorse.