In uno studio cofinanziato con 85 mila euro attraverso il progetto Flag Costa a valere sul Fondo europeo per la pesca e le attività marittime 2014-2020 (Feamp), l’Università di Ferrara ha analizzato gli elementi di innovazione ambientale ed economica necessari ad uno sviluppo e promozione sostenibili dell’ostricoltura regionale.
I risultati dello studio evidenziano notevoli qualità nutrizionali nelle nuove varianti Golden e Black. Indubbie le potenzialità di un prodotto fino a qualche anno fa prevalentemente di importazione. Va ricordato inoltre che l’ostreicoltura è una pratica molto sostenibile; infatti, il guscio calcareo dei molluschi permette loro di svolgere una funzione di assorbimento dell’anidride carbonica dall’ambiente marino, riducendo così le emissioni climalteranti.
Una delle ostriche studiate, la Golden oyster, ha il guscio di colore giallo-oro che la rende molto accattivante sul mercato. Visti i risultati è stato isolato un secondo tipo cromatico – Black -, entrato in produzione nel 2022.
La produzione di ostriche dai tratti originali e facilmente distinguibili sul mercato rappresenta un’azione valorizzante del territorio, dal momento che non solo sono allevate in un’area ben precisa, ma sono le uniche completamente italiane nel panorama nazionale. L’allevamento nella Sacca di Goro si distingue infatti perché utilizza seme di ostrica prodotto localmente e non acquistato dalla Francia. Inoltre, le tecniche messe a punto permettono una migliore resa nutrizionale e le ostriche contengono acidi grassi insaturi omega-3, che svolgono un’azione preventiva per patologie cardiovascolari e metaboliche diffuse.
L’acquacoltura e la pesca rappresentano circa il 24% del comparto agricolo dell’Emilia-Romagna, con oltre 1870 imprese produttrici. La maggioranza risiede nell’area di Goro con 1089 imprese, mentre a Comacchio ve ne sono 643. Complessivamente gli addetti in queste due aree sono 1142.