La dieta mediterranea (MD) è un pattern alimentare caratterizzato da un frequente consumo di olio di oliva, spezie, legumi, pesce, frutta e verdura e un moderato consumo di cereali integrali. La MD deve questo nome al medico fisiologo Ancel Keys, che alla fine degli anni ’50 durante un viaggio nel Cilento e nell’isola di Creta, notò che il regime alimentare seguito in queste regioni, era associato con una minor frequenza di eventi cardiovascolari e una maggior longevità della popolazione. La DM si accompagna anche ad abitudini e stili di vita caratterizzati dalla convivialità e condivisione dei pasti, ricette legate alla tradizione e uno stretto legame tra produzione delle materie prime e tradizione.
Nel corso degli anni, si sono accumulate numerose e significative evidenze epidemiologiche sugli effetti della DM su outcomes di salute. E’ ormai consolidato nella letteratura scientifica che la DM è associata ad una minor prevalenza di obesità e un minor rischio di eventi cardiovascolari, neoplasie, diabete di tipo 2, sindrome metabolica, rispetto allo stile di dieta occidentale. Inoltre, la DM riduce la mortalità per tutte le cause.
La produzione dei cibi che compongono il pattern dietetico mediterraneo è molto più sostenibile di quella degli alimenti di origine animale, dal momento che richiede meno acqua, meno terreno e produce meno emissione di gas serra.
Recenti report della letteratura scientifica hanno dimostrato che la popolazione italiana non segue più un pattern dietetico mediterraneo, soprattutto gli adolescenti. Infatti le persone in questa fasce di età iniziano a consumare pasti fuori dalla famiglia, con i pari età, e le loro scelte alimentari sono sempre più “occidentalizzate”e “globalizzate”. I due studi disponibili sulla popolazione italiana hanno riportato rispettivamente che solo il 5% dei bambini delle elementari ed il 16% di studenti liceali presentano una buona aderenza alla DM.