Il glifosato è forse il più potente erbicida conosciuto e trova largo impiego in agricoltura dove viene utilizzato per eliminare dal terreno le piante “infestanti” e lasciare il campo “libero” alle piante che si desiderano coltivare.
Così, se prima di seminare il frumento distribuiamo sul terreno del glifosato, otterremo la scomparsa di piante “competitrici” e i raccolti saranno migliori.
Sull’erbicida sono stati condotti numerosi studi tossicologici che ovviamente hanno dimostrato la sua estrema pericolosità per i vegetali e in pratica la sua immissione nei vari ecosistemi ha effetti drammatici perché elimina tutti i vegetali e mina alla base la catena alimentare. C’è anche da dire che una volta immesso nel terreno, si degrada con una certa facilità e dopo non molto tempo perde le sue proprietà tossiche per i vegetali.
La sua “fitotossicità” consente di “accelerare” la maturazione delle spighe dei cereali e facilitare i raccolti anche in condizioni climatiche sfavorevoli. Questo tipo di impiego non è consentito in Italia per il rischio della persistenza di residui negli alimenti, mentre lo è in Canada, USA e altri Paesi del globo dove il calore del sole non è sufficiente per portare ad essicazione le spighe. Tutto il frumento utilizzato per produrre la pasta, sia nazionale, sia di importazione, è comunque controllato e non deve contenere residui potenzialmente pericolosi.