Sarà una legge a doppia firma, rigorosamente bipartisan, a permettere una svolta in tema di etichettatura dei prodotti caseari a latte crudo, primo strumento utile a avvisare del rischio che corrono i bambini di età inferiore ai dieci anni con questo tipo di alimenti.
Con il testo che recepirà due proposte di legge di due parlamentari liguri, il deputato di FdI Matteo Rosso e il senatore dem Lorenzo Basso, l’indicazione in etichetta sarà obbligatorio. Un’iniziativa pensata dopo la tragica morte di Elia Damonte, il bambino di Arenzano di tre anni ucciso la scorsa estate dalle sindrome emolitico-uremica, sviluppata dopo aver mangiato formaggio non pastorizzato contaminato da Escherichia Coli, e prima conquista della battaglia portata avanti dai genitori, attivi in questi mesi – la spiegazione – “per fare sì che non succeda a nessun altro bambino quello che è successo al nostro”.
Il piccolo Elia, morto dopo quasi due mesi di lotta ricoverato in rianimazione, purtroppo non un caso isolato, aveva mangiato del formaggio che la famiglia aveva acquistato da un’azienda casearia durante una vacanza a Livigno, nella valle di Sondrio. Il consumo del prodotto, probabilmente a causa del latte crudo non pastorizzato contenuto nell’impasto, aveva portato il bambino ai primi disturbi neurologici dovuti alla contaminazione da Escherichia Coli, poi al ricovero al Gaslini, a due delicatissimi interventi chirurgici e al decesso in ospedale.
La Seu (Sindrome Emolitico-Uremica), guardando ai numeri, è una malattia rara che riguarda quasi solo l’età pediatrica (oltre il 95%), periodo in cui rappresenta la più importante causa di insufficienza renale acuta: può avere un decorso grave, in alcuni casi con esito fatale (3-5% dei casi) o conseguenze a lungo termine (ipertensione, insufficienza renale, conseguenze neurologiche). Nell’85% dei casi (in Italia sono stati 68 in un anno tra il 2023 e il 2024) rappresenta una complicanza dell’infezione da Escherichia coli che si contrae soprattutto per via alimentare o in ambienti contaminati. Tra i veicoli più pericolosi ci sono proprio i prodotti caseari a base di latte crudo e stagionatura inferiore a 9-12 mesi: oltre questo termine la lunga stagionatura e le tecniche di lavorazione diminuiscono la concentrazione di patogeni. E mentre è risaputo che la carne poco cotta andrebbe evitata, sui latticini non c’è la stessa consapevolezza.