Rispetto a qualche anno fa pesa maggiormente sugli europei il costo degli alimenti, divenendo il principale fattore che influenza gli acquisti, seguito dal gusto. Quasi la metà dei cittadini dell’UE considera importante anche la sicurezza alimentare e il 41% dà per scontato che gli alimenti che acquista siano sicuri.
Questi risultati arrivano dall’Eurobarometro 2022 sulla sicurezza alimentare nell’UE, quarta indagine di questo tipo svolta dal 2005. Basata su interviste a 27.000 soggetti in tutta l’UE, essa dà un quadro in evoluzione del modo in cui gli europei scelgono gli alimenti, della loro consapevolezza, delle loro preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare e dei soggetti in cui ripongono la loro fiducia per informazioni in merito.
Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA, ha affermato: “Dal nostro ultimo sondaggio del 2019 sono successe molte cose, non ultime una pandemia mondiale e lo scoppio di una guerra in Europa. Tali eventi hanno avuto conseguenze drammatiche, e non sorprende che per molti europei l’aumento del costo della vita influisca più di prima sulle scelte alimentari.
D’altra parte la sicurezza alimentare rimane importante per molti di essi, ed è incoraggiante vedere che quasi la metà si preoccupa di mangiare in modo sano nella stessa misura in cui si preoccupa dei rischi alimentari”.
Altri risultati rilevanti
- Oltre un terzo degli europei ha un livello di consapevolezza molto alto (21%) o alto (17%) sui temi della sicurezza alimentare, cioè ha sentito parlare di 10 o più dei 15 argomenti oggetto dell’indagine.
- In maggior percentuale hanno sentito parlare di additivi negli alimenti o nelle bevande (70%), residui di pesticidi negli alimenti (65%), residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (63%) o malattie degli animali (60%).
- In testa alla lista delle preoccupazioni degli europei legate alla sicurezza alimentare stanno i residui di pesticidi negli alimenti (40%) e i residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (39%). Un numero minore di persone teme le malattie delle piante (11%), l’uso delle nuove biotecnologie nella produzione alimentare (8%) e le nanotecnologie applicate ad essa (5%).
- Circa 6 persone su 10 (61%) indicano la televisione, via etere o via Internet, come una delle principali fonti di informazione sui rischi alimentari, seguita da famiglia, amici, vicini o colleghi (44%) e motori di ricerca Internet (37%), con rilevanti differenze tra le generazioni.
- Più di 8 intervistati su 10 si fidano di medici (89%), di scienziati universitari finanziati da enti pubblici (82%) e di organizzazioni di consumatori (82%) per le informazioni sui rischi alimentari.
- Solo una minoranza di europei non cambierebbe il proprio comportamento in caso di allarme alimentare (21%). Le ragioni principali che vengono da essi addotte includono il fatto di preparare già gli alimenti nel modo raccomandato (45%), e la convinzione che tutti gli alimenti comportino qualche rischio e che sia impossibile evitarli tutti (25%).