Patata e Brassiche sono fonte preziosa di metaboliti il cui possibile utilizzo è da anni oggetto di ricerche e pubblicazioni. Per poter sfruttare questo potenziale, in un’ottica di economia circolare e di recupero sostenibile degli scarti nella filiera agro-industriale, è necessario conoscere a fondo il loro meccanismo di azione e il ventaglio delle loro possibili applicazioni. Quindi scarti si, ma ad alto valore aggiunto, ricchi di sostanze che permettono alla pianta stessa di difendersi dagli stress biotici. Perché allora non usarli per la protezione di altre colture? I funghi patogeni rappresentano, infatti, una delle principali minacce nei confronti della quale l’arma che viene più comunemente usata è il fungicida di sintesi.
Il team di ricercatori coordinato del CREA-Cerealicoltura e Colture Industriali, in collaborazione con il CREA-Ingegneria e Trasformazioni agro-industriali, sta sperimentato una soluzione tecnologica innovativa che prevede l’impiego di questi biocomposti nella filiera cerealicola con l’ambizioso obiettivo di ridurre l’attacco di alcuni funghi micotossigeni rispettando gli obiettivi programmatici (“Sustainable Development Goals”; SDGs) adottati dagli Stati Membri delle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 di Sviluppo Sostenibile e dalle direttive strategiche di Europa 2020.