Nel 2021 in Emilia-Romagna 2008 pazienti presi in carico (+27,5% rispetto all’anno precedente), molti dei quali minori.
“Noi non lasceremo solo chi soffre di un disturbo alimentare, chiediamo al Governo di fare altrettanto. Nonostante i tagli inseriti nella legge di bilancio, la Regione si impegna a garantire la cura di queste persone”. Così l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, rassicura i pazienti e i loro familiari, preoccupati dalle voci di chiusura dei centri che si occupano di queste patologie.
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione rappresentano un gruppo di condizioni caratterizzate da marcata compromissione medica e psicopatologica, con un diretto impatto sullo sviluppo delle persone affette e dei loro familiari. L’eziopatogenesi è complessa e la difficoltà della gestione familiare è significativa. L’esordio avviene quasi sempre in età evolutiva.
Si tratta di disturbi psichiatrici con risvolti nutrizionali e metabolici che possono mettere a rischio la vita di chi ne è affetto, con percentuali di morte che nella fascia 12-25 anni sono seconde solo a quelle degli incidenti stradali.
Il Fondo per il contrasto dei DNA è stato istituito nel 2003 e prevede complessivamente 25 milioni di euro su scala nazionale, di cui 1,8 milioni per la Regione Emilia-Romagna. Questi fondi hanno consentito di stabilizzare e consolidare il modello organizzativo della rete ambulatoriale basato sull’équipe multidisciplinare, sostenere la definizione, la pubblicazione e l’implementazione del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) DNA in ogni Azienda USL, attuare trattamenti di cura basati sulle evidenze scientifiche.
In Emilia-Romagna nel 2021 sono stati 2.008 i pazienti presi in carico per disturbi del comportamento alimentare, tra Centri di salute mentale (1.379 persone) e Neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza (629): un aumento complessivo del 27,5% rispetto all’anno precedente (1.575). Alcune situazioni diventano così gravi da richiedere il ricovero ospedaliero: complessivamente 856 persone di tutte le età, di cui 701 donne (l’81,9%). Il 91,7% (esattamente 1.264) degli assistiti nei Centri di salute mentale è di sesso femminile, mentre i maschi sono 115 (l’8,3%). La prevalenza della componente femminile si riscontra anche nei servizi per la presa in carico dei più giovani (Neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza) con 587 assistiti (pari al 93,3%).
La Regione Emilia-Romagna è impegnata da tempo nella prevenzione e cura dei disturbi alimentari, riconosciuti come una vera emergenza sanitaria. Seguendo le Linee guida nazionali, ha adottato un modello organizzativo innovativo basato sui Programmi PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) delle Aziende Usl e delle Aziende Ospedaliero-Universitarie. Questo approccio mira a creare una rete integrata di servizi che pongono la persona al centro.
Qui tutti i centri della rete a cui è possibile rivolgersi in Emilia-Romagna Assistenza a persone con disturbi del comportamento alimentare – Guida ai Servizi (fascicolo-sanitario.it)