XIII^ puntata
“Panino da casa”: non esiste un “diritto soggettivo” a mangiare il panino portato da casa nell’orario della mensa e nei locali scolastici.
Le Sezioni Unite della Cassazione, accogliendo il ricorso del Comune di Torino e del ministero dell’Istruzione, e ribaltando una pronuncia favorevole ai genitori degli alunni che preferivano alla mensa il pasto portato da casa, hanno stabilito che non esiste un “diritto soggettivo” a mangiare il panino portato da casa “nell’orario della mensa e nei locali scolastici” e che la gestione del servizio di refezione è rimesso “all’autonomia organizzativa” delle scuole.
Inoltre, secondo la Cassazione, portare da casa il panino può anche costituire una “violazione dei principi di uguaglianza e di non discriminazione in base alle condizioni economiche, oltre che al diritto alla salute, tenuto conto dei rischi igienico-sanitari di una refezione individuale e non controllata”.
La vicenda giudiziaria trae le sue origine nel novembre del 2014, quando 38 genitori di alunni delle scuole comunali elementari e medie di Torino decisero di avviare una causa contro il Comune e il Ministero dell’Istruzione.
In primo grado le loro istanze erano state respinte, successivamente nel giugno del 2016 con una sentenza della Corte d’appello di Torino veniva affermato il “diritto dei genitori di scegliere per i figli tra la refezione scolastica e il pasto domestico da consumare nelle singole scuole e nell’orario destinato alla refezione”.
Tale sentenza, però, nulla dice in merito agli aspetti igienico-sanitari e i locali in cui gli alunni avrebbero potuto consumare il loro pasto, inoltre non teneva in considerazione neppure la modalità di nomina del personale incaricato alla vigilanza.
In conclusione la Suprema Corte formula un principio di diritto, secondo cui “un diritto soggettivo e incondizionato all’autorefezione individuale, nell’orario della mensa e nei locali scolastici, non è configurabile” e i genitori degli alunni non possono rivolgersi al giudice per “influire sulle scelte riguardanti le modalità di gestione del servizio mensa, rimesse all’autonomia organizzativa” delle scuole.