Da tempo medici e nutrizionisti sospettano che le persone obese o sovrappeso eccedano con il cibo perché meno sensibili ai sapori rispetto a chi non ha chili di troppo.
Ma è l’obesità che modifica il senso del gusto o è il consumo esagerato di alcuni cibi a intervenire sulle nostre papille? In altre parole: da dove ha inizio il problema? (si legge su Focus).
Recenti studi di alcuni ricercatori dell’Università del Michigan hanno dimostrato che lo zucchero ha un sapore meno intenso per l’uomo con l’obesità, ma non è chiaro se questo cambiamento sensoriale sia una causa o una conseguenza dell’obesità stessa.
Per dare delle risposte più concrete sono stati studiati gli effetti di una dieta ricca di zucchero sulla sensazione di gusto dolce e il comportamento alimentare nel moscerino da frutta (Drosophila melanogaster). Con questa dieta, le mosche della frutta hanno una minore risposta gustativa agli stimoli dolci, superano il cibo e sviluppano l’obesità. L’eccesso di zucchero nella dieta, ma non l’obesità o la dolcezza alimentare da sola, ha causato deficit di gusto ed eccesso di cibo attraverso l’azione autonoma della cellula del sensore dello zucchero O-linked N-acetilglucosammina (O-GlcNAc) transferasi (OGT) nei neuroni sensibili al dolce.
Sembra chiaro che, almeno per questi moscerini, i cambiamenti nel senso del gusto scatenano meccanismi molecolari alla base di un eccessivo consumo di cibo, reazioni che – almeno in parte – sfuggono al controllo volontario. Vale anche per l’uomo, che vive e si nutre in un ambiente ricco di zuccheri?
Se così fosse, ridurre il consumo di zuccheri – onnipresenti, anche nei più insospettabili tra i cibi industriali – potrebbe contribuire a ridurre il rischio di sovrappeso, obesità e malattie correlate. Nel lungo periodo, terapie adatte a preservare il senso del gusto potrebbero aiutare a contrastare comportamenti alimentari scorretti.
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