
Un recente studio pubblicato su Nature Medicine evidenzia una correlazione allarmante tra l’aumento delle temperature globali e la diffusione della resistenza agli antimicrobici (AMR). Analizzando oltre 30 milioni di colture batteriche provenienti da 101 paesi tra il 1999 e il 2022, i ricercatori hanno osservato un incremento significativo della resistenza, in particolare nei paesi a basso e medio reddito.
Fattori ambientali e sociali, come l’inquinamento da particolato, il ruscellamento, l’uso eccessivo di antimicrobici e i costi sanitari diretti, sono stati associati all’aumento dell’AMR. Al contrario, una maggiore spesa sanitaria, coperture vaccinali estese e un miglioramento dei servizi igienici sembrano contribuire a ridurre la prevalenza del fenomeno.
Le proiezioni indicano che, senza interventi mirati, la resistenza antimicrobica potrebbe aumentare del 2,4% entro il 2050. Tuttavia, strategie come la riduzione del consumo di antimicrobici e il potenziamento delle vaccinazioni potrebbero contenere l’incremento al 2,1% o addirittura ridurlo del 5,1%.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che l’AMR sia responsabile di 1,27 milioni di decessi diretti ogni anno e contribuisca a circa 5 milioni di morti globali. Lo studio sottolinea l’urgenza di considerare il cambiamento climatico come un fattore chiave nella lotta contro l’antibiotico-resistenza.