Nel silenzio più totale, infatti, dall’agosto 2018 quando si registrarono i primi casi, la Cina ha vissuto l’esplosione di ben 116 focolai di peste suina di origine africana, malattia non pericolosa per l’uomo ma spesso e volentieri letale per i maiali. E l’allarme non è rimasto circoscritto alla Cina ma negli ultimi mesi ha visto l’epidemia toccare le nazioni asiatiche vicine, come Cambogia e Vietnam, a loro volta altri grandi consumatori di carne di maiale.
E che la questione sia decisamente seria, lo conferma il fatto che in Cina esista un misuratore dell’inflazione reale che fa riferimento proprio alle variazioni del costo dei prodotti suini, ridenominato a tal fine porkflation.
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