Mentre la finta carne vegetale conquista il mercato, quella coltivata compie significativi passi in avanti verso l’ottimizzazione.
Lo testimoniano due studi usciti quasi in contemporaneamente da due tra le più prestigiose università statunitensi: la Harvard e la Tufts, entrambe di Boston.
Comune lo scopo delle due ricerche: trovare il modo di migliorare la consistenza e la palatabilità delle fibre muscolari cresciute in vitro, che non sono ancora adeguate quanto a gusto, e risultano asciutte e non ancora identiche alla carne ricavata dagli animali da allevamento.