La sorveglianza attiva dei corvidi, una famiglia di uccelli che include gazze, cornacchie e ghiandaie, si è dimostrata uno strumento altamente efficace per la rilevazione precoce della circolazione del virus West Nile (WNV) nel nord Italia.
Uno studio condotto nell’arco di undici anni nella Regione Emilia-Romagna, da ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, ha riscontrato che il test sui corvidi può identificare la presenza di WNV prima che emergano i primi casi umani, consentendo l’attuazione tempestiva di misure preventive per proteggere la salute pubblica.
Risultati chiave
Tra il 2013 e il 2023, sono stati testati 22.314 corvidi per il WNV, di cui 642 (2,9%) risultati infetti.
- Il WNV veniva generalmente rilevato per la prima volta negli uccelli a luglio, con picchi di prevalenza nei campioni tra agosto e settembre, mentre il 60% dei casi umani veniva
segnalato ad agosto. - La sorveglianza attiva nei corvidi ha permesso di rilevare il WNV prima dell’insorgenza dei casi umani nel 72,1% delle stagioni valutate.
- Una densità minima di 3,8 corvidi testati per 100 km2 ha fornito una tempestività soddisfacente nella rilevazione del virus, essendo cruciale la rilevazione precoce tra metà giugno e metà agosto.
Implicazioni e significato
Lo studio evidenzia l’importanza di utilizzare i corvidi come specie sentinella per la rilevazione precoce del WNV. Monitorando attivamente questi uccelli, le autorità sanitarie pubbliche possono identificare la circolazione del virus prima che si diffonda agli esseri umani, consentendo l’attuazione tempestiva di misure preventive come il controllo delle zanzare, la comunicazione al pubblico e le procedure di sicurezza per le donazioni di sangue.
Il sistema di sorveglianza integrato impiegato in Emilia-Romagna, che combina la sorveglianza attiva nei corvidi con il monitoraggio in zanzare, cavalli ed esseri umani, si è dimostrato sia economicamente sostenibile che efficace nel rilevare il WNV nell’ambiente prima dell’insorgenza della malattia umana. Questo approccio proattivo è fondamentale per proteggere la salute pubblica e prevenire la trasmissione del WNV attraverso trasfusioni di sangue e trapianti di organi.
Metodologia e modelli stagionali
Lo studio ha previsto la raccolta di corvidi attraverso programmi ufficiali di controllo dei parassiti, con uccelli abbattuti o catturati utilizzando trappole di Larsen da cacciatori addestrati. Campioni di cuore, cervello, rene e milza sono stati testati utilizzando la PCR in tempo reale per rilevare l’RNA del WNV.
I modelli stagionali osservati nello studio evidenziano l’importanza della tempistica nella sorveglianza del WNV. La rilevazione precoce del virus alla fine di giugno è seguita da un picco di incidenza intorno a metà agosto, con solo rari casi di uccelli notificati nella seconda metà di ottobre. Queste informazioni sono cruciali per le autorità sanitarie pubbliche per concentrare i loro sforzi di sorveglianza durante i mesi critici in cui il WNV è più probabile che circoli.
In conclusione, l’uso dei corvidi come specie sentinella per la sorveglianza del WNV si è dimostrato uno strumento prezioso, consentendo la rilevazione precoce della circolazione del virus e permettendo l’adozione di misure proattive per proteggere la salute pubblica. Il sistema di sorveglianza integrato impiegato in Emilia-Romagna, che combina la sorveglianza attiva nei corvidi con il monitoraggio in altre specie, può servire da modello per altre regioni che affrontano la minaccia della trasmissione del WNV.
Fonte:
ARTICOLO SCIENTIFICO in collaborazione con DIMEVET (accordo di collaborazione scientifica tra la Regione Emilia Romagna e il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie (DIMEVET) dell’Università di Bologna)