Il 24 maggio 2022, l’Assemblea Mondiale della Sanità ha reso esecutivi gli obiettivi del nuovo “Global alcohol action plan 2022-2030 to strengthen implementation of the Global Strategy to Reduce the Harmful Use of Alcohol”, cioè il Piano d’azione (2022-2030) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per implementare efficacemente la strategia globale di riduzione dell’uso dannoso di alcol come priorità di salute pubblica.
Alla stesura del nuovo Piano, iniziata nel 2019, ha contribuito anche l’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) partecipando a riunioni di esperti per la discussione dei contenuti del documento e, successivamente, a consultazioni online per lo sviluppo Piano d’azione, aperto agli Stati membri, alle organizzazioni delle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali e attori non statali.
Uno dei principi guida della strategia globale afferma che le politiche e gli interventi pubblici tesi a prevenire e ridurre i danni causati dall’alcol dovrebbero essere guidati e formulati dagli interessi della salute pubblica e sulla base di chiari obiettivi di salute pubblica e delle migliori evidenze disponibili; la sfida per l’Italia è quella di aggiornare il Piano Nazionale di Prevenzione attualmente mancante di una serie di azioni e di interventi basati su evidenze aggiornate e individuate come efficaci, progettare, come già accaduto nel recente passato, un nuovo Piano Alcol e Salute e auspicabilmente valorizzare la consulenza tecnico-scientifica derivante dal mondo della ricerca di settore di cui l’ONA dell’ISS mantiene, in coordinamento con il Ministero della Salute, anche a livello europeo e internazionale un ruolo di riconosciuta leadership di cui giovarsi per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che richiedono la riduzione del 10% dei consumi dannosi di alcol in Italia e la riduzione dell’impatto dell’alcol sulla mortalità e sulla morbilità nella popolazione.
Il documento richiama attenzione sulle responsabilità dell’industria e i conflitti d’interesse inconciliabili con quelli di salute, segnala le interferenze del settore della produzione che hanno rallentato e rallentano le politiche di salute pubblica sull’alcol ostacolando il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e sollecita i Governi a evitare di coinvolgere l’industria nella produzione di policy di prevenzione sull’alcol evitando partnership per iniziative di prevenzione che sono di esclusiva pertinenza del settore di salute pubblica e devono essere svolte da operatori sanitari.