I risultati dei controlli ufficiali del 2021 nel settore alimentare
Con il Piano nazionale residui si individuano gli eventuali residui di sostanze farmacologicamente attive e contaminanti presenti nella filiera alimentare. Ogni anno, il Ministero della Salute definisce un nuovo Piano, su indicazioni dell’Unione Europea. I dati raccolti nei 12 mesi vengono registrati, analizzati ed elaborati. E ogni anno, Istituto zooprofilattico e Regione Emilia-Romagna comunicano i risultati al Ministero della Salute, alla Commissione Europea e all’EFSA. Gli esiti dell’attività sono resi pubblici.
IL PIANO NAZIONALE RESIDUI
Il Piano – chiamato PNR – viene svolto raccogliendo sul territorio campioni negli allevamenti, nei mangimifici e nei prodotti di origine animale, come ad esempio carne, latte, miele e prodotti di acquacoltura. Gli animali analizzati sono bovini, suini, ovicaprini, equini, volatili da cortile, conigli. Si analizza anche la selvaggina (sia allevata sia cacciata).
Nel PNR 2021 sono stati campionati al macello anche capi equini, bovini, suini e ovicaprini provenienti dagli altri Stati Membri della UE. Tutti i campioni vengono raccolti dai Servizi veterinari e analizzati dalle sedi di Bologna e Brescia dell’Istituto zooprofilattico.
I CONTROLLI REGIONALI AGGIUNTIVI
In Emilia-Romagna, i controlli sono superiori rispetto a quanto definito nel PNR, perché si affiancano l’extrapiano regionale (PRR) – un’integrazione definita dalla Regione – e il piano regionale antimicrobici nell’acqua di abbeverata negli allevamenti (PRAAB), una costola del PRR. L’Area Sanità veterinaria e Igiene degli alimenti del Settore Prevenzione collettiva e sanità pubblica – Direzione generale Cura della persona, salute e welfare della Regione pianifica l’esecuzione dei PNR e PRR. Svolge questo compito sulla base di diversi fattori, compresi i risultati dei Piani degli anni precedenti, le realtà produttive territoriali, gli aggiornamenti scientifici e normativi e le attività dei NAS. Ad esempio, la Regione Emilia-Romagna, sulla base di riscontri analitici pluriennali ha previsto di effettuare un consistente piano aggiuntivo regionale con campioni indirizzati alla ricerca di antimicrobici, contaminanti ambientali ed anabolizzanti.
LE SOSTANZE RICERCATE
I Piani PNR e PRR indicano come ricercare l’eventuale presenza di sostanze negli alimenti. Alcune di queste sostanze sono farmacologicamente attive e non devono essere somministrate agli animali perchè vietate, non autorizzate o utilizzate a condizioni diverse da quelle autorizzate. Altre sostanze invece rischiano di contaminale la catena alimentare perchè potrebbero essere presenti nell’ambiente. Le analisi permettono di verificare che queste sostanze, se presenti nell’alimento, lo siano al di sotto di precisi valori soglia. I valori massimi di residui sono definiti a livello comunitario e nazionale.
Per ciascun settore produttivo il Ministero della Salute – su indicazioni della UE – assegna un determinato numero di campionamenti da raccogliere, in base all’entità delle produzioni nazionali e regionali.
Ministero e Regione possono decidere di intensificare i campionamenti, per esigenze nazionali o anche solo locali. Il numero dei campioni al macello su capi provenienti dagli altri Stati Membri della UE è determinato sulla base dell’entità degli scambi commerciali.
I CAMPIONAMENTI
I campioni vengono prelevati da animali che possono essere considerati potenzialmente a rischio sulla base di alcune caratteristiche, quali specie, sesso, età, tipo di allevamento, momento produttivo, situazione logistica, ecc.
Il prelievo viene eseguito senza preavviso, in modo imprevisto ed inatteso.
E’ molto importante scegliere campioni validi e rappresentativi da sottoporre a analisi. Infatti non è possibile campionare ogni singolo prodotto, ma è possibile raccogliere dati che statisticamente siano altamente affidabili. Su un singolo campione è possibile eseguire numerose analisi e ricercare diverse sostanze.
CAMPIONI MIRATI E CAMPIONI SU SOSPETTO
Quando il campione selezionato sulla base del Piano – detto “campione mirato” – presenta delle non conformità, si approfondisce l’indagine e si eseguono ulteriori prelievi presso quell’azienda: in questo casosi parla di attività “su sospetto”.
Le situazioni in cui si procede con campionamenti su sospetto sono varie:
- se si ha avuto anche una sola positività in campioni mirati di quell’azienda;
- se si sono avute non conformità analitiche;
- su carne, se l’animale ha dovuto essere macellato d’urgenza;
- se si sospetta siano presenti residui.
Può essere il veterinario ufficiale sul campo che ha un sospetto clinico anamnestico: se ad esempio l’animale presenta alterazioni cliniche. Oppure può decidere di procedere con il campionamento in base a notizie anamnestiche, indizi di attività fraudolente, detenzione o possesso di sostanze proibite presso la struttura di allevamento.
Ma anche al macello è possibile che si proceda con il sospetto perchè il veterinario ufficiale riscontra punti di iniezione o alterazioni di organi o tessuti -siano esse macroscopiche o anche solo microscopiche-.
I RISULTATI
Nel corso del 2021 per il PNR sono stati prelevati 4.641 campioni idonei (il 98,3 % di quelli programmati) che sono stati sottoposti a 104.709 analisi. I campioni che hanno fornito risultati irregolari sono stati complessivamente 3:
- un caso di residui al di sopra dei limiti consentiti di amoxicillina in latte vaccino;
- un caso di trattamento illecito di tulatromicina in latte vaccino;
- un caso di residui al di sopra dei limiti consentiti per Cadmio, contaminante ambientale, in muscolo di equino proveniente dalla Polonia.
Per il PRR sono stati prelevati 493 campioni utili (il 78,8% di quelli programmati). Di tutti i campioni, quelli che hanno fornito risultati non conformi sono stati 3, tutti per superamento dei limiti massimi consentiti:
- un caso di antibatterici sulfadimetossina e sulfonamidi in muscolo di coniglio;
- un caso di fitofarmaci – pesticidi organofosforati – nel miele;
- un caso di desametasone in muscolo di bovino adulto.
I campioni analizzati su sospetto nel 2021 sono stati 83, di cui 5 sono risultati non conformi: tutti provenivano da carni di bovini macellati con procedura d’urgenza e presentavano residui di antimicrobici.
Infine, i campionamenti delle acque di abbeverata sono stati 98: su di essi sono state svolte 4.756 analisi e 4 campioni sono risultati positivi – ma solo a livello analitico di laboratorio – per:
- un caso di ossitetraciclina in un allevamento avicolo;
- un caso di neospiramicina I, spiramicina I e tilosina A in un allevamento di fagiani;
- un caso di sulfadimetossina, sulfametazina e trimetoprim in un allevamento di tacchini;
- un caso di eritromicina A e ossitetraciclina in un altro allevamento di fagiani.
L’ANDAMENTO NEL TEMPO
Le molecole più frequentemente riscontrate sono ancora gli antimicrobici classici o ad ampio spettro come i sulfamidici, le penicilline, i macrolidi ed i fluorchinoloni.
Rispetto agli anni precedenti, il numero di non conformità rilevate per presenza di residui è risultato leggermente in aumento, forse per la maggior sensibilità delle tecniche analitiche. Invece il numero di campioni non processabili per errori nelle varie fasi di campionamento si è ridotto ridotto.
IN FUTURO
Nelle carni di bovini sottoposti a macellazione d’urgenza, l’attività di controllo della presenza di residui si estenderà anche alle classi di medicinali antinfiammatori e cortisonici.
Questi controlli intensificati saranno progressivamente estesi anche alle carni di animali di altre specie che hanno evidenziato problematiche durante il ciclo di allevamento tali da determinarne la conclusione anticipata.
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