A differenza della Scozia, Inghilterra e Galles ammettono la vendita di latte crudo da bere.
A seguito di numerosi gravi casi di malattie trasmissibili con gli alimenti derivanti dal consumo di questo prodotto, la FSA (Food Standards Agency) ha pubblicato una linea guida per i produttori.
Per il momento gli allevatori e le aziende confezionatrici dovranno applicare un sistema di autocontrollo igienico rafforzato. La linea guida indica con estremo dettaglio quali controlli aggiuntivi e quali analisi microbiologiche i produttori dovranno effettuare per dimostrare la sicurezza del prodotto. Almeno due volte all’anno, i funzionari FSA ispezioneranno le aziende per valutare le procedure in essere e controllare la loro applicazione.
Al momento della vendita al consumatore il latte crudo da bere dovrà rispettare il limite di 100 ufc/mL per i coliformi e la carica batterica totale a 30 °C non dovrà superare le 20mila ufc/mL.
Le linee guida indicano anche limiti per i patogeni e in particolare per Listeria monocytogenes. Poiché il latte crudo potrebbe essere comunque teoricamente pericoloso per categorie a rischio (bambini, anziani, malati, donne in gravidanza), pur non imponendo un divieto di consumo FSA ha previsto che le confezioni di latte crudo di tutte le lattifere, tranne il latte di bufala, riportino l’avvertimento “This milk has not been heat-treated and may therefore contain organisms harmful to health.”