La Nuova Zelanda ha sospeso le esportazioni di bestiame, sia quello destinato alla macellazione che quello per l’allevamento. Una decisione storica che fa seguito al naufragio pochi giorni fa di un cargo che trasportava 43 persone di equipaggio e un carico di quasi 6.000 animali, al largo delle coste giapponesi. Sebbene il Paese non esporti bestiame per la macellazione dal 2016, sono molti gli animali venduti all’estero per la riproduzione. «Abbiamo temporaneamente sospeso l’esame delle domande di esportazione di bestiame bovino dopo il naufragio», si legge in una nota del ministero delle industrie primarie (MPI) della Nuova Zelanda, che governa le esportazioni ed è incaricato di sovrintendere la gestione e la regolamentazione di agricoltura, pesca, benessere degli animali e delle foreste.
La nave cargo con 43 membri di equipaggio che trasportava circa 6.000 bovini dalla Nuova Zelanda alla Cina si è capovolta, mercoledì scorso, a largo dell’isola di Amami Oshima, nel sud-ovest del Giappone. Sull’area imperversava il tifone «Maysak» con venti oltre i 200 chilometri orari, mare grosso e pioggia. La guardia costiera ha tratto in salvo, sino a ora, solo un ufficiale: Sareno Edvarodo, 45 anni delle Filippine. L’uomo ha raccontato che la «Gulf Livestock 1» aveva perso un motore e poi è stata colpita da un’onda così potente da far rovesciare l’imbarcazione lunga 139 metri ed alta 20.