Di fronte al video della interminabile coda di persone in attesa del proprio turno per ricevere un po’ di cibo e beni di prima necessità dalla benemerita e storica Onlus milanese Pane Quotidiano, abbiamo tutti perso le parole. La potenza di una semplice e ben realizzata immagine documentaria, altro esempio di citizen journalism ci impone di fermarci un secondo. Quando questo accade, nel multiforme, eccedente fluire di immagini che ogni giorno saturano i nostri occhi, è significativo di per sé.
Viale Toscana, a Milano, non è una zona di guerra, tutt’altro. E la coda delle persone bisognose si muoveva lentamente intorno ai nuovi scintillanti edifici della Bocconi, una delle più prestigiose università italiane, privata e costosa, nella quale si insegna, guarda un po’, economia. Le linee morbide disegnate dallo studio giapponese Sanaa paiono, in quel video, un 3D messo in post-produzione. O viceversa. È anche questo, oltre alla già menzionata vicinanza a colpire. Occorre essere sinceri. Ci colpisce perché vicino, perché ci dice che un nuovo ammaliante edificio ahimé non ci difende da nulla, ci dice che in fondo lì in mezzo potrebbe esserci qualcuno che conosciamo, ci dice che, addirittura, potremmo esserci noi.
Foto fonte dal profilo FB Pane Quotidiano Onlus