Numerose ricerche stanno dimostrando che il prodotto allevato è più sicuro rispetto al rischio potenziale “Anisakis” soprattutto perché il suo ciclo produttivo, a partire dal mangime, è controllato e comunque è più semplice “interrompere” il ciclo biologico del parassita. Da apripista in tal senso sono stati i produttori di salmone norvegesi che, in collaborazione con gli enti di ricerca norvegesi, hanno realizzato i primi studi mirati in tal senso al fine di verificare la possibilità di non dovere congelare obbligatoriamente il loro salmone destinato ad essere consumato crudo o tal quale.
Questo considerando l’importante utilizzo dello stesso come specie di riferimento per diverse preparazioni crude come sushi, sashimi, tartare, ecc. Infatti va detto che per molti consumatori il prodotto fresco, e dunque non preventivamente congelato se da consumarsi crudo, viene percepito come di maggiore qualità e quindi di maggior pregio in generale.
Gli studi scientifici effettuati hanno evidenziato la sicurezza del salmone allevato in Norvegia relativamente al parassita Anisakis. Da qui il parere positivo dell’EFSA del 2010 e dunque il Regolamento (UE) n° 1276 del 2011 che ha modificato l’allegato III del Regolamento (CE) n° 853/2004 dando appunto l’opportunità agli allevatori di salmone norvegese di usufruire della deroga che consente oggi loro di non dover congelare il prodotto destinato al mercato del «crudo».
Nel resto d’Europa attualmente non è invece possibile per gli acquacultori usufruire di nessuna deroga.
A tal fine presentiamo l’importante progetto di ricerca ParaFishControl, finaziato dall’UE e mirato a dimostrare l’assenza di vermi parassiti zoonotici nei pesci d’allevamento europei. ParaFishControl (www.parafishcontrol.eu) è un progetto di ricerca e innovazione che ha ricevuto finanziamenti nell’ambito del Programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione, Horizon 2020, Grant Agreement n. 634429. Il progetto è durato cinque anni dal 2015 al 2020. Il consorzio ParaFishControl di 28 partner rappresenta le organizzazioni leader nei rispettivi campi di lavoro di 13 diversi Paesi europei. Il progetto è coordinato dall’ Agencia Estatal Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (CSIC), Spagna. AquaTT è il partner per la diffusione del progetto.
Il progetto ParaFishControl, finanziato dall’UE, è stato mirato a dimostrare l’assenza di vermi parassiti zoonotici nei pesci d’allevamento europei, in particolare nell’orata, nella spigola europea, nel rombo, nel salmone atlantico, nella trota iridea e nella carpa comune. I parassiti zoonotici vengono trasmessi dagli animali all’uomo; i vermi zoonotici (elminti) possono diffondersi agli esseri umani quando il pesce infestato viene consumato crudo o parzialmente cotto.
Dalla primavera 2016 all’inverno 2017, più di 7.000 pesci sono stati analizzati da allevamenti di acquacoltura commerciale in tutta Europa, tra cui Croazia, Danimarca, Grecia, Ungheria, Italia, Norvegia, Spagna e Turchia. Nessun elemento parassitario zoonotico, come Anisakis, è stato trovato in nessuno dei pesci esaminati, con un livello di confidenza del 95-99%. Questo è il più grande studio mai condotto in Europa e i risultati sono stati anche migliori del previsto. “Questa è un’ottima notizia per l’acquacoltura europea”, ha affermato il dottor Miguel Ángel Pardo di AZTI Tecnalia, partner del progetto ParaFishControl, “i risultati indicano che il consumo di pesce proveniente da allevamenti europei presenta un rischio trascurabile per la salute umana quando si tratta di vermi parassiti zoonotici”.
Questi risultati fanno parte di un’indagine più ampia sui pesci d’allevamento marini e d’acqua dolce intrapresa da ParaFishControl, che mira a migliorare la nostra comprensione delle interazioni pesce-parassiti e sviluppare soluzioni e strumenti innovativi per prevenire, controllare e mitigare i parassiti nocivi che colpiscono le principali specie ittiche allevate in Europa.
Questo sforzo faceva parte del pacchetto di lavoro “Fish Product Safety”, guidato da AZTI in collaborazione con altri sei membri del consorzio di tutta Europa (Consiglio Nazionale delle Ricerche spagnolo, Università di Bologna, Accademia delle Scienze Ungherese, Università di Copenaghen, Centro Ellenico per la Ricerca Marina e Università di Bergen).
Il dott. Miguel Ángel Pardo ha spiegato l’importanza di questi risultati positivi che li hanno condotti a progettare ricerche più specifiche da svolgere in merito ai parassiti e al mangime come possibile vettore di trasmissione. “Questo ci consentirà di valutare tutti gli aspetti cruciali dell’infezione dei pesci da parassiti zoonotici” aggiunge Pardo.
Difatti, come conferma la Prof.ssa Fioravanti del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie – Alma Mater Studiorum Università di Bologna “in base ai risultati ottenuti, che hanno evidenziato l’assenza di parassiti zoonotici in oltre 10.000 pesci esaminati delle specie ittiche maggiormente allevate in Europa, appare necessario un emendamento normativo che indichi come tutti i prodotti d’acquacoltura europea possano ottenere la deroga al congelamento similarmente a quanto è stato deciso in passato per il salmone atlantico. I dati sono già stati recepiti dalla DG SANCO e trasmessi all’EFSA che è stata chiamata ad esprimere un’opinione in merito”.
Grazie al progetto ParaFishControl gli acquacultori europei potrebbero dunque a breve beneficiare della deroga già utilizzata dai produttori di salmone norvegese. Infatti è già partita da parte della DG Sanco la richiesta all’EFSA di un parere scientifico in merito a tale possibilità. I risultati finali di ParaFishControl consentiranno agli acquacultori europei di gestire il proprio rischio a livelli molto bassi, differenziando i prodotti dell’acquacoltura europei di alta qualità da altri in tutto il mondo.
A questo punto sarà però fondamentale ribadire a di tutti gli operatori coinvolti nel settore la validità dell’autocertificazione dei produttori in merito a questo aspetto.