Di zuccheri ce ne sono diversi e dobbiamo distinguerli in semplici e complessi. I principali semplici (o monosaccaridi) sono il glucosio, il fruttosio, il galattosio e il ribosio. Ci sono poi i disaccaridi formati da due zuccheri semplici; i più importanti sono il saccarosio (fruttosio + glucosio), il lattosio (glucosio + galattosio) e maltosio (glucosio + glucosio). Gli zuccheri complessi sono gli amidi e la cellulosa che sono formati da un numero elevato di zuccheri; il nostro organismo è in grado di utilizzare come nutrienti soltanto gli amidi.
E’ opinione diffusa che il saccarosio da noi consumato derivi quasi esclusivamente da merendine, dolci industriali e bevande analcoliche zuccherate. La situazione è invece molto diversa perché la maggiore quantità (si pensa addirittura ai tre quarti) si consuma per dolcificare le bevande, per fare dei dolci in casa e soprattutto dalle aziende dolciarie artigianali (pasticcerie, gelaterie, cornetto al bar, cucine dei ristoranti, ecc.). Del totale del saccarosio consumato quello proveniente dalle bevande gassate, dai dolci e dai gelati industriali dovrebbe aggirarsi intorno al 25 %.
Considerando che i consumi derivanti da prodotti in cui la quantità presente è riportata in etichetta sono molto inferiori a quelli diretti o di dolci casalinghi o artigianali che non hanno nessuna indicazione, è necessario “informare” i cittadini ed educarli a ridurre questi consumi.
Se si dovesse applicare una tassa soltanto su alcuni alimenti “industriali” zuccherati, si corre il rischio di non ottenere una efficace disincentivazione. D’altra parte non è pensabile tassare tutti gli alimenti zuccherati perché si dovrebbe intervenire sui tanti consumi che se ne fanno (dolcificante di bevande, preparazione di dolci casalinghi, dolci e gelati artigianali, ecc.).
Una soluzione potrebbe essere invece quella di tassare lo zucchero all’origine; in questo caso si lancerebbe un segnale ai consumatori che vedrebbero aumentare il costo dello zucchero (attualmente veramente modesto) e forse, indirettamente, capirebbero la necessità di ridurne i consumi.
Tale proposta dovrebbe essere accompagnata da un’adeguata campagna di informazione che spieghi come il consumo consapevole dello zucchero può far bene alla nostra salute e anche contribuire a ridurre i danni ambientali provocati dalla produzione della canna.