World Obesity Day: studio su obesità e Covid-19
Le persone affette da obesità (anche lieve) sono maggiormente a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 che possono portare fino al decesso. A un anno dallo scoppio della pandemia, diversi studi hanno confermato che quanto più l’eccesso di peso è marcato, tanto più elevato è il rischio che corre chi risulta positivo all’infezione da Sars-CoV-2. A dimostrarlo sono anche i resoconti di chi vive quotidianamente le terapie intensive. I pazienti più giovani costretti ad entrarci per la polmonite bilaterale interstiziale, per esempio, non avevano molti dei fattori di rischio associati alla gravità della Covid-19. Su tutti, l’età. Ma, in molti casi, si trattava di persone affette da obesità. Ed, eventualmente, da alcuni dei fattori di rischio e delle malattie da essa provocate: come l’ipertensione e il diabete di tipo 2.
Da qui il monito (ulteriore) alla prevenzione, sopratuttto oggi, 4 marzo, Giornata mondiale dedicata all’obesità.
Il ruolo dell’obesità come fattore di rischio per i pazienti affetti da Covid-19 è stato individuato fin dall’inizio della pandemia, con diversi studi che hanno evidenziato una connessione con conseguenze più severe e maggiori livelli di mortalità. Nei primi mesi di pandemia, le ricerche realizzate (anche per stabilire le linee guida per l’individuazione delle categorie a rischio) erano basate su un numero di casi limitato. Tra i primi a ipotizzare il legame in maniera più solida, i ricercatori dell’Università di Bologna, in uno studio pubblicato sull’European Journal of Endocrinology. Risultato: tra i pazienti affetti da Covid-19, un indice di massa corporea (BMI) superiore a 30 è associato a un rischio maggiore di sviluppare insufficienza respiratoria, di richiedere il ricovero in terapia intensiva e di mortalità. Il tutto indipendentemente da altri fattori di rischio.
Un’ipotesi confermata anche da un gruppo di ricercatori dell’azienda ospedaliero-universitaria di Parma: i primi a dimostrare che i pazienti sottoposti a un intervento di chirurgia bariatrica risultati positivi avevano un esito migliore della Covid-19 rispetto a coloro che erano invece in attesa di operarsi (e che in molti casi hanno visto slittare gli interventi, durante la pandemia). I risultati del loro lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Obesity Surgery.
Oltre al riscontro proveniente dalla realtà, con il passare dei mesi sono divenute più chiare anche le possibili cause alla base del legame tra obesità e peggior prognosi della malattia. Le possibilità oggi considerate sono diverse: un indebolimento della risposta immunitaria alle infezioni virali, la comparsa di alterazioni delle funzioni polmonari, la più probabile presenza di stati di infiammazione cronica connessi all’obesità.
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