Il 12 dicembre 2023, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno pubblicato il rapporto annuale sulle zoonosi, agenti di zoonosi e sui focolai epidemici di malattie a trasmissione alimentare (“The European Union One Health 2022 Zoonoses Report”), relativo ai dati raccolti nel 2022 da 27 Stati membri dell’Unione europea (UE), l’Irlanda del Nord (limitatamente ai dati su alimenti e animali) e 11 Paesi non-membri.
La produzione del report è stata coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che ha guidato un team di esperti del Consorzio ZOE (Zoonoses under a One health perspective in the EU) di cui fanno parte, oltre all’ISS, l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, l’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e Molise (capofila del Consorzio), l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emila Romagna e l’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (ANSES).
I dati del 2022 in sintesi
- Nel 2022, i casi di zoonosi maggiormente segnalati nell’uomo nell’UE sono stati la campilobatteriosi (137 mila segnalazioni, stabile rispetto al 2021) e la salmonellosi (65 mila segnalazioni, in lieve aumento).
- Nel settore animale, sono stati 19 gli Stati membri dell’UE e l’Irlanda del Nord che hanno raggiunto tutti gli obiettivi di riduzione della prevalenza dei sierotipi oggetto dei Piani nazionali di controllo delle salmonellosi nelle popolazioni avicole (pollame).
- La yersiniosi è stata la terza zoonosi più segnalata nell’uomo, seguita dalle infezioni da Escherichia coli produttore di Shigatossina (STEC) e da Listeria monocytogenes.
- Le infezioni da L. monocytogenes e da West Nile virus sono state le malattie zoonotiche più gravi, con i tassi di decesso tra i casi più elevati.
- Nel complesso, nell’ UE il numero di focolai e casi di origine alimentare, ricoveri e decessi segnalati nel 2022 è stato superiore rispetto al 2021.
- S. Enteritidis è rimasto l’agente eziologico più frequentemente segnalato nelle epidemie di origine alimentare.
- Il numero di decessi dovuti a focolai epidemici è stato il più alto mai segnalato nell’UE negli ultimi dieci anni, causati principalmente da L. monocytogenes e Salmonella.
- Il rapporto EFSA/ECDC fornisce aggiornamenti anche su altre zoonosi prioritarie quali tubercolosi da Mycobacterium bovis o M. caprae, brucellosi, trichinellosi ed echinococcosi, e non prioritarie quali rabbia, febbre Q (Coxiella burnetii), toxoplasmosi e tularemia e su ulteriori zoonosi minori nell’uomo, nelle popolazioni animali e lungo la filiera di produzione alimentare.
La situazione in Italia
Il 2022, terzo anno di pandemia di COVID-19, è stato caratterizzato dalla cessazione dello stato di emergenza in Italia, che ha portato a un graduale allentamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia. Questi cambiamenti potrebbero aver favorito il ritorno a uno stile di vita ordinario e all’adozione di comportamenti sociali e individuali degli anni pre-pandemici, con possibili ripercussioni sull’esposizione dell’uomo agli agenti zoonotici.
In Italia, la salmonellosi continua a rappresentare la malattia zoonotica maggiormente segnalata nell’uomo (Figura 1) seguita dalla campilobatteriosi, contrariamente a quanto si è osservato in Europa dove i casi di campilobatteriosi sono circa il doppio rispetto a quelli di salmonellosi. Seguono le infezioni sostenute dal virus West Nile (WNV), Listeria monocytogenes ed Escherichia coli produttori di Shigatossina (STEC). Come negli anni precedenti, non sono stati segnalati casi di echinococcosi e toxoplasmosi. È importante interpretare con cautela queste osservazioni poiché la sorveglianza epidemiologica della campilobatteriosi e della yersiniosi ha una copertura geografica della popolazione parziale e inferiore rispetto a quella di Salmonella, mentre la sorveglianza delle infezioni da STEC si basa prevalentemente su un sistema sentinella di segnalazione dei casi di Sindrome Emolitico Uremica (SEU) attraverso il Registro Italiano SEU.
Nel 2022 si è osservato un aumento del numero di casi umani notificati dall’Italia all’ECDC rispetto al 2021 per tutte le zoonosi, a eccezione della campilobatteriosi, il cui numero di casi è rimasto pressoché invariato (0,13% casi in meno rispetto al 2021) e della brucellosi, che è andata riducendosi (37,5% casi in meno rispetto al 2021). I casi di tularemia, sebbene numericamente assai limitati, sono rimasti stabili mentre non sono stati riportati casi di febbre Q. Come in molti altri Paesi UE, rimane ignoto il numero di casi di toxoplasmosi ed echinococcosi che non vengono sistematicamente registrati.
L’incremento delle notifiche rispetto al 2021 è stato particolarmente marcato per le infezioni da virus West Nile (+1.012,3%). L’aumento inusuale della trasmissione del WNV in Italia è prevalentemente dovuto alla ri-emergenza del WNV Lineage 1. Dai dati riportati nei bollettini periodici del WNV relativi al 2022 e dalla piattaforma web dell’ISS dedicata al WNV, si rileva che l’andamento dei casi confermati di infezione da WNV ha presentato un costante aumento dal 2018 al 2022. In particolare, rispetto al 2021, a causa delle condizioni climatiche favorenti la proliferazione del vettore (zanzare appartenenti al genere Culex), e la conseguente circolazione virale tra l’avifauna selvatica, serbatoio naturale del virus, e i mammiferi, uomo incluso, la stagione epidemica 2022 ha mostrato un andamento peculiare rispetto alle stagioni vettoriali del triennio precedente, con un inizio precoce della circolazione virale, un maggior numero di positività confermate nell’avifauna sorvegliata e nei pool di zanzare e un aumento del numero dei casi umani. La sorveglianza veterinaria ha confermato la circolazione del WNV Lineage 1 e Lineage 2. In totale sono stati segnalati all’ECDC 723 casi confermati umani, prevalentemente dal Nord-Est d’Italia, rappresentando il 65,1% di tutti i casi di WNV riportati in Europa (N = 1.111). Dei 723 casi umani osservati in Italia, 330 hanno manifestato la forma neuro-invasiva della malattia. La circolazione virale è stata osservata anche nella popolazione animale italiana, con 200 focolai epidemici negli uccelli (76.1% di tutti i focolai riportati in EU) e 47 nei cavalli (46.5% di tutti i focolai riportati in EU).
Anche i casi di Salmonellosi (+85,2%) e di infezione da Escherichia coli produttori di Shigatossina (STEC) (+81,5%) sono cresciuti nel 2022, sebbene in modo più contenuto rispetto al West Nile, riportando le segnalazioni dei casi di salmonellosi ai livelli simili osservati negli anni pre-pandemici (2018, 2019). Al contrario, il numero delle infezioni da STEC è stato il più alto mai osservato dall’avvio della raccolta dati TESSy dell’ECDC, superando ampiamente il numero dei casi degli anni pre-pandemici. Questo aumento è prevalentemente imputabile proprio alla crescita dei casi di SEU che nel 2022 ha raggiunto un numero di casi mai segnalato in precedenza.
I focolai epidemici di origine alimentare
Nel 2022, l’Italia ha riportato all’EFSA un totale di 175 focolai epidemici di malattia a trasmissione alimentare (MTA) che hanno coinvolto 1.604 casi umani e causato 303 ospedalizzazioni e 15 decessi.
Tra i focolai epidemici per i quali è stato possibile identificare l’agente causale, Salmonella è stato l’agente responsabile del maggior numero di focolai epidemici, causando anche un elevato numero di casi, ospedalizzazioni e decessi; Norovirus è stato responsabile del maggior numero di casi epidemici e Listeria monocytogenes del maggior numero di ospedalizzazioni e decessi. Da sottolineare che per 70 focolai epidemici (40.0% del totale) l’agente causale è rimasto ignoto, un dato che si allinea con quanto riportato nell’UE (46.1%).
In Italia i focolai epidemici ad evidenza forte, ovvero in cui è stato possibile identificare l’alimento associato ai casi epidemici, sono stati 32 (18.3% dei focolai). Nella maggior parte dei casi, per quanto riguarda l’alimento identificato, si è trattato di carne e prodotti a base di carne (N = 12; 37,5%), in particolar modo carne di suino e/o derivati, seguiti da preparazioni alimentari composite, cioè composte da più ingredienti (N = 7; 21,9%). L’Italia ha riportato tre focolai epidemici particolarmente gravi in termini di ospedalizzazioni e decessi. Due di questi sono stati causati da Listeria monocytogenes e hanno provocato un totale di 140 casi e ospedalizzazioni e 6 decessi. I veicoli alimentari coinvolti in tali focolai sono stati i prodotti a base di carne di pollo e carne di suino. Il terzo focolaio causato da Streptococcus equi subsp. zooepidemicus, agente mai riportato in precedenza all’EFSA nella raccolta dati sui focolai epidemici, ha causato un totale di 37 casi umani, 23 ospedalizzazioni e 5 decessi, a seguito del consumo di formaggio fresco a base di latte non pastorizzato. Tale evento pone l’accento sul potenziale zoonotico di questo agente patogeno e sulla sua severità nel corso di un focolaio epidemico.
Nel 2022, l’Italia è stata marginalmente coinvolta anche nel vasto focolaio epidemico a carattere sovranazionale, causato da Salmonella Typhimurium variante monofasica, legato al consumo di prodotti a base di cioccolato. Il focolaio ha avuto un’evoluzione molto rapida causando 324 casi, principalmente bambini con età ≤10 anni, in 12 Paesi dell’UE e 4 Paesi extra-UE (Regno Unito, Svizzera, Canada e negli Stati Uniti). In Italia è stato identificato un solo caso epidemico associato al focolaio. Informazioni più dettagliate sui focolai di malattie a trasmissione alimentare possono essere reperite, oltre che nel Report EFSA/ECDC 2022, anche sul sito dell’EFSA, attraverso le dashboard e le storymap, strumenti interattivi di consultazione dati e comunicazione.
Per maggiori informazioni: il documento completo EFSA-ECDC “The European Union One Health 2022 Zoonoses Report”