Nel 1992, per garantire la sopravvivenza delle specie europee più minacciate e vulnerabili, l’Unione Europea ha adottato la direttiva “Habitat” (direttiva 92/43), relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. L’Italia ospita 104 specie vegetali di interesse comunitario incluse nella Direttiva Habitat, di cui 58 in cattivo stato di conservazione, come la testa di drago, la genziana ligure e la sassifraga del monte Tombea, la Primula di capo Palinuro, la bocca di leone di Linosa, il ginestrone delle Isole Eolie, la felce gigante della Sicilia e il Ribes della Sardegna.
Il progetto Life Seedforce
Il progetto punta a salvare le piante autoctone italiane dall’estinzione grazie alla creazione delle banche dei semi.
Formalmente iniziato il 1 ottobre 2021 durerà fino alla fine del 2026, sarà implementato in 10 regioni italiane (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Veneto), Francia, Malta e Slovenia. Life Seedforce, guidato dal MUSE – Museo delle Scienze di Trento, vede coinvolti 15 partner italiani e stranieri, tra cui, per citarne alcuni, il Dipartimento di Biologia Ambientale (Sapienza Università di Roma), il Conservatoire botanique national méditerranéen de Porquerolles, l’Ente Parco Nazionale della Maiella, l’Università di Ljubljana, l’Università di Malta e il Centro di Ateneo Orto Botanico dell’Università di Padova.
Nel dattaglio, l’obbiettivo è quello di migliorare significativamente lo stato di conservazione di 29 specie di piante di interesse comunitario con stato di conservazione sfavorevole, di cui 17 sono endemiche in Italia. Verso le 10 specie considerate prioritarie l’Unione europea, a causa della loro area di distribuzione, favorisce la rapida attuazione di misure volte a garantirne la conservazione.
Il rischio di estinzione per queste specie è causato principalmente dalle modifiche dell’habitat prodotte dall’uomo, tra cui l’abbandono delle pratiche agricole e territoriali tradizionali (come la cessazione della ceduazione e della fienagione negli habitat selvatici e il pascolo eccessivo), l’invasione di specie aliene e il calpestio causato da attività ricreative ad alto impatto e dal turismo.
Per approfondire:
Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario in Italia: Specie vegetali
Fonte:
Il Trentino – Quotidiano online della Provincia Autonoma di Trento