Lo studio “Effetti della Pandemia da COVID-19 sui comportamenti di Salute e sullo stile di vita di bambine, bambini e delle loro famiglie in Italia- EPaS-ISS”, promosso e finanziato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), fa parte dell’indagine Childhood Obesity Surveillance Initiative (COSI) della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), condotta in 17 Paesi. L’Italia partecipa al COSI con OKkio alla SALUTE, un sistema di sorveglianza su sovrappeso e obesità, fattori di rischio correlati e stili di vita relativi alla salute di bambini e bambine della scuola primaria (tra cui anche la Regione Emilia-Romagna).
EPaS-ISS ha permesso di rilevare e approfondire, attraverso un’indagine quantitativa (realizzata in 17 Regioni e 2 Province Autonome italiane tramite un questionario auto-compilato online da 4.863 genitori di alunni e alunne del III anno della scuola primaria) e un’indagine qualitativa (realizzata tramite 6 focus group con il coinvolgimento di 8 Regioni italiane a cui hanno partecipato 41 genitori, 17 insegnanti, 12 rispondenti chiave e 14 alunni e alunne del III anno della scuola primaria), gli effetti della pandemia di COVID-19 e delle misure di distanziamento sociale sugli stili di vita e sul benessere di bambine e bambini prevalentemente di 8-9 anni e delle loro famiglie. Entrambe le indagini sono state svolte tra aprile e settembre 2022, grazie alla rete dei referenti della sorveglianza OKkio alla SALUTE.
I dati raccolti non hanno evidenziato grandi variazioni nei consumi alimentari, in generale il 70-80% dei genitori ha dichiarato che i propri figli e le proprie figlie non hanno modificato le abitudini di consumo, ad eccezione dell’aumento del consumo di snack salati (24%) e cibi dolci (25%) e una lieve diminuzione nel consumo di pesce (14%), frutta (8%) e verdura (9%). Nonostante sia emersa una maggiore irregolarità quotidiana nel consumo dei pasti, i risultati hanno mostrato anche cambiamenti positivi avvenuti durante la pandemia, come l’aumento del consumo di pasti in famiglia e del cibo cucinato in casa insieme ai propri figli e alle proprie figlie, grazie al maggior tempo trascorso insieme.
L’indagine ha anche mostrato una riduzione del tempo dedicato al gioco attivo (44,0% nei giorni feriali e 39,3% nei giorni festivi), con difficoltà maggiori per le bambine e i bambini impossibilitati a trascorrere il loro tempo in giardini e parchi nei pressi delle proprie abitazioni, nonché un aumento del tempo trascorso a guardare la TV, giocare ai videogiochi o utilizzare i social media per scopi non didattici (52,7% nei giorni feriali e 47,3% nei giorni festivi). Alcune attività legate all’utilizzo di dispositivi elettronici hanno avuto un ruolo positivo durante la pandemia, offrendo l’opportunità di proseguire con le attività didattiche e mantenere contatti online con parenti, amici e amiche; inoltre è emerso un incremento di competenze in ambito informatico. Tuttavia, le criticità emerse riguardano la possibile associazione tra l’aumento eccessivo del tempo trascorso a guardare la TV, giocare ai videogiochi e utilizzare i social media e una maggiore irregolarità nel sonno e una riduzione di attività motorie durante il giorno.
Come si legge sul sito dell’Istituto Superiore Sanità “Non si sono osservati grandi cambiamenti nei consumi alimentari tra periodo pre-COVID-19 e quello pandemico, mentre è diminuito il tempo trascorso a giocare attivamente/energicamente e aumentato quello dedicato ai dispositivi elettronici per scopi non didattici. Dai dati è emerso inoltre un peggioramento del benessere di bambini e bambine“.
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