
Bayer potrebbe smettere di produrre glifosato, il principio attivo del Roundup, erbicida diffuso e controverso.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) lo classifica dal 2015 come “probabilmente cancerogeno”, ma l’Unione Europea ne ha rinnovato l’autorizzazione fino al 2033.
La multinazionale tedesca, che lo ha ereditato dall’acquisizione di Monsanto, è però sommersa da oltre 67 mila cause legali, dopo aver già pagato oltre 10 miliardi di dollari in risarcimenti. Solo nel secondo trimestre 2025 la società ha registrato una perdita netta di 199 milioni di euro, sei volte peggiore rispetto all’anno precedente.
Il ceo Bill Anderson ammette: “Se nulla cambia, non è più fattibile produrlo”. Il caso rappresenta un duro colpo industriale e d’immagine, con tagli previsti per 12 mila posti di lavoro. La vicenda alimenta il dibattito sulla sostenibilità agricola, tra autorizzazioni politiche, evidenze scientifiche e crescenti pressioni sociali.