Questa edizione del 2023 dello Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo ha fornito un aggiornamento sui progressi globali verso gli obiettivi di porre fine sia alla fame (SDG Target 2.1) e a tutte le forme di malnutrizione (SDG Target 2.2).
La fame a livello globale non è peggiorata tra il 2021 e il 2022, ma ci sono molti posti nel mondo in cui la fame è in aumento, dove le persone stanno ancora lottando per recuperare le perdite di reddito in seguito alla pandemia di COVID-19, o sono state colpiti dall’aumento dei prezzi del cibo, dei fattori di produzione agricoli e dell’energia, o le cui vite e mezzi di sostentamento sono stati sconvolti da conflitti o eventi meteorologici estremi.
Sicuramente sono positivi i progressi su alcuni importanti indicatori relativi alla nutrizione infantile e alcune regioni sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi nutrizionali entro il 2030. Tuttavia, l’aumento del sovrappeso tra i bambini sotto i cinque anni in molti paesi fa presagire un crescente aumento delle malattie non trasmissibili.
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è la visione di un mondo più sano, più giusto ed equo, un mondo senza povertà, fame e malnutrizione. Sebbene questi obiettivi possano sembrare irraggiungibili, il mancato aumento della fame potrebbe segnalare l’inizio di una svolta, e qualsiasi miglioramento nella nutrizione dei bambini è di buon auspicio per il futuro. Raggiungere gli obiettivi di sicurezza alimentare e nutrizione non è positivo solo per coloro che soffrono di insicurezza alimentare e malnutrizione, ma è positivo per tutti. Un mondo più sano, più giusto ed equo è migliore per tutti.
L’urbanizzazione è stata il tema del rapporto di quest’anno. Con quasi sette persone su dieci che vivranno nelle città entro il 2050, questo megatrend sta plasmando i sistemi agroalimentari e, di conseguenza, la loro capacità di fornire diete sane a prezzi accessibili per tutti e di contribuire a sradicare la fame, l’insicurezza alimentare e la malnutrizione. L’urbanizzazione ha rilevanza anche per l’SDG 11 (città e comunità sostenibili), l’SDG 1 (eliminazione della povertà), l’SDG 2 (buona salute e benessere), l’SDG 10 (riduzione delle disuguaglianze) e l’SDG 12 (consumo e produzione responsabili). Pertanto, i risultati e le raccomandazioni politiche derivanti dall’analisi dell’urbanizzazione in questo rapporto possono informare gli sforzi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, così come altri sforzi in corso, compresi quelli nel quadro della Nuova Agenda Urbana approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e delle coalizioni di azioni stabilite dopo il Summit sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite.
Una conclusione chiave è che i modi in cui l’urbanizzazione sta plasmando i sistemi agroalimentari possono essere compresi solo attraverso la lente del continuum rurale-urbano; il semplice concetto di divario rurale-urbano non è più utile per comprendere i crescenti legami tra le aree urbane, periurbane e rurali. Questa crescente connettività attraverso il continuum rurale-urbano è oggi un aspetto chiave per comprendere il funzionamento delle catene del valore. Solo allora le sfide e le opportunità che l’urbanizzazione crea per i sistemi agroalimentari potranno essere chiaramente mappate in soluzioni politiche, tecnologiche e di investimento adeguate .
L’implementazione di queste soluzioni richiede che i meccanismi e le istituzioni di governance dei sistemi agroalimentari superino i confini settoriali e amministrativi e si affidino ai governi subnazionali e locali. I governi locali, in particolare, sono attori fondamentali nello sfruttare meccanismi multilivello e multistakeholder che, come mostrato con esempi concreti in questo rapporto, si sono dimostrati efficaci nell’attuazione di politiche e soluzioni essenziali per rendere diete sane disponibili e alla portata di tutti.