
La Corte Internazionale di Giustizia (CIJ), il 23 luglio, ha emesso un’importante Opinione Consultiva su richiesta dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, chiarendo per la prima volta in modo formale quali sono gli obblighi giuridici degli Stati in materia di cambiamento climatico.
La Corte ha stabilito che gli Stati hanno obblighi vincolanti derivanti dai trattati internazionali (come l’Accordo di Parigi, la Convenzione sul clima e il Protocollo di Kyoto) per ridurre le emissioni di gas serra, collaborare tra loro e agire con “dovuta diligenza”. Anche il diritto internazionale consuetudinario impone agli Stati di prevenire danni ambientali e cooperare per la protezione del clima. In caso di violazioni, gli Stati devono cessare le attività dannose, fornire garanzie di non ripetizione e risarcire gli Stati danneggiati.
La responsabilità può riguardare anche omissioni, come la mancata regolazione delle emissioni da parte di attori privati. Secondo la Corte, tutti gli Stati hanno un interesse collettivo (“erga omnes”) a tutelare il clima, e possono chiedere conto ad altri Stati delle inadempienze.
Con questa opinione storica – adottata all’unanimità – la CIJ punta a rafforzare il ruolo del diritto nella lotta contro la crisi climatica globale.